Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931

Il noto cucuzzolo 421 Ormai la luna velava di luce le ombre e alitava argento attorno ai rami. Andai a visitarmi gli uomini uno per uno, scambiai qual– che impressione col sergente_ Il sergente smise a un tratto di par– lare, m'accennò dalla parte nostra: uno stropiccìo su per il monte, un cricchiare di sterpi. Un pugno di soldati, comandati da un ser– gente maggiore alto, grosso, che mi consegnò un biglietto. Lo lessi chinato dentro alla buca, con un fiammifero. Non mi davano il cambio; ma mi mandavano questi quindici uomini del battaglione Feltre come rinforzo. Mi rivolsi al sergente maggiore. - Dunque Lei resta qui con me, stanotte. - Siorsi. - Guardi che i miei sono stanchi, e bisognerà vegliare con quat- tr'occhi. - Nol se indùbita no, che semo gente pratica de sta roba. Andai con lui tutt'attorno, gli mostrai le difese improvvisate, la disposizione delle vedette; ad ogni mia osservazione l'uomo ri– spondeva pacato e sicuro, con un tono borghese, come dell'operaio che assicura che farà un lavoro pulito, e s'offenderebbe se dubi– taste della sua capacità. Mi tornò la serenità, e una gran fiducia; come se invece di quindici uomini me ne fossero arrivati cento, e il dosso boscoso si fosse mutato in una fortezza. - Nol se indùbita no, starén coi oci averti. , . E mi pareva che questo sergentone rozzo mi leggesse nei pen– sieri, e volesse tranquillizzarmi senza darlo a vedere e senza man– carmi di rispetto. Finito il giro, s'unì a noi Conz, che gli chiese come erano andate le cose della giornata. - I gà ciapà la quota, quei de la sesantasie. L'è mort quel te– nente de Trento. L'è mort el sergente major Dalla :Marta, quel . grando. L'è mort l'aiutante del Cismon. L'è mort Antoniol. ... - Antoniol - fece Conz. - L'è del mi paese. - L'è mort quel sergente picolet de Valdobiadene .... Il sergente maggiore continuava a enumerare a bassa voce, come per un dovere. Ma il mio sergente badava a ripetere: - Antoniol, varda poareto, l'è del mi paese. L'uomo del Feltre non aveva preso parte all'azione, lui era stato fino allora col comando lassù.a mezza montagna, che ci arri– vavano le pallottole lo stesso, e avevano colpito l'aiutante maggiore del mio battaglione. E diceva che tutti avevano visto benissimo, specie gli ufficiali col cannocchiale, tutta la nostra azione, « e quand gavè fato el Savoia e molà tute quele bombe che el nemico l'è scampà via soto basso e coperto; e el Nasci el diseva come l'è bravi i veci del Cismon, e i a dit che el cucusolo lo ciamarà col nome del sior tenente qua via>>; col nome mio, voleva dire. « E no i lo vol molar pì, e i lo tien come posto avansato ». BibliotecaGino Bianco

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