Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931
404 L. Grinzburg tani è provato poi dal ricomparire della medesima notizia in una lettera del 14 dicembre 1870, da Dresda, indirizzata allo Strachov, dove La vita d'un gran peccatore è nominata per l'ultima volta 1 ) : Questo romanzo futuro ,sono già tre anni che mi tormenta, ma non mi ci metto, giacché desidero scriverlo non a termine fisso, ma così come scrivono i Tolstòj, i Turghenjev e i Gonciairòv. Che almeno uno dei miei lavori sia scritto liberamente, e non a termine fis,so. Questo romanzo lo considero la mia ultima parola nella mi.a carriera letteraria. In ognd.modo lo scriverò in parecchi anni. Il suo titolo è: La vita d'un gran peccatore. Per il Dostojevskij i due progetti erano in fondo uno solo; ma restano da spiegare, allora, gli appunti che ci son rimasti sui due primi romanzi della serie (degli altri rimangono a,ccenni assai va– ghi): vi si parla d'un fanciullo che convince una zoppina sua com– pagna d'essere lui Dio, assiste e poi partecipa a gozzoviglie, è im– plicato in un delitto e in un furto sacrilego, e :finalmente, per, compiere la propria istruzione, è messo in un monastero,_dove s'in– contra con un insigne prelato, noto per la severità verso se stesso e l'estrema mitezza verso il prossimo, che a lui dapprima ironico · parla d'umiltà e di perdono. Non c'è che da ritornare all'esposi– zione prima dell'idea, alla storia dell'ateista già avanti negli anni, narrata al Majkov alla fine del 1868 : quell'uomo avrebbe dovuto viaggiare, conoscer le sètte, studiare le eresie; ora, fra gli ultimi appunti della Vita cl'un gran peccatore ci sono anche queste pa– role: « Viaggio attraverso la Russia, l'amore ecc. ecc. Trama ricca>> 2 ) : non s'ha da vedere in questa coincidenza una conferma delle reiterate esplicite affermazioni del Dostojevskij ? Ateismo do– vette essere il nocciolo poetico da cui si sviluppò a poco a poco la concezione d'un romanzo maggiore, in cui anche l'antefatto avrebbe avuto svolgimento artistico; e la parte più importante del ciclo, quella di cui è rimasta minor traccia nelle carte del Dostojevskij, era, presumibilmente, un definitivo atteggiarsi proprio delle im– magini fantastiche di cui il Majkov era stato il primo a conoscere l'elaborazione. · Son bastati pochi fuggevoli accen.ni al modo di lavorare del Do– stojevskij perché comparissero subito r omanzi portati assai avanti e poi distrutti, manoscritti cresciuti imprevedibilmente con danno economico dell'autore costretto a ritardarne la consegna. Non è difficile moltiplicare queste notizie. Per confessione del Dostojev– skij stesso al -Majkov (in una lettera del 27 dicembre 1870, da Dre- 1 ) Pisma, II, cit., n. 360, pp. 298-299. 2) KOMARov1c, saggio cit., p. 199. Biblioteca Gino Bianco
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