Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931
Contributo alla celebrazione di Dostojei 1 skij 399 della Russia col desiderio vivissimo di rivedere e di riabbracciar la nipote 1 ): Non tenetemi il broncio, mia inestimabile amica, e sappiate ch'io Vi ho sempre voluto immensamente bene, e forse non passa giorno ch'io non pensi a Voi. Forse prenderete le mie parole per frutto di esagera– zione e sentimentalismo. Ma assicuro che è la verità. Rivolgo lil ri– cordo e il pensiero alla Russia ogni giorno fino a ubriacarmene, desi– dero ritornare al più presto a. qualunque costo, e ricordandomi della Russia ricordo involontariamente tutti Voi, tutta la casa di Vjerocka e Voi in particolare. Qui, all'estero, ho visto c)liaramente che, fra tutte le persone in patria e fra tutti i luoghi della Russia, più caJ'i di tutto mi sono la Vos•tra casa e tutti Voi. Ecco perché, rivolgendo il ricordo e il pensiero alla Russia, ogni giorno penso anche a Voi. Fra le prime informazioni_ ch'egli le dà del suo lavoro all'estero; particolarmente notevole, per la conoscenza dei tentativi artistici del Dostojevskij, è quella che si riferisce a un romanzo, comin– ciato a Ginevra alla fine del 1867, e ben presto abbandonato per Lridiota : ch'io sappia, nessuno ci ha mai fatto attenzione 2 ) : Inoltre alla Redazione del Russkij Vjestnik ho preso quaisi 4500 rubli di anticipo, e ho dato loro la mia parola d'onore, e la ripetevo tutto l'anno fa ogni mia lettera alla Redacione, che il romanzo ci sarebbe stato. Ed ecco, quasi al momento dell'invio in Redazione del romanzo, fui costretto a buttarlo nel cestino, perché aveva cessato di piacermi. (E se ha cessato di piacere, non si può scriverlo bene). Distrussi molto manoscritto. Tut– tavia su quel romanzo si b8Jsava e la restituzione del debito, e la vita quotidiana e tutto l'avvenire. Allora, circa tre settimane fa (il 18 De– cembre del nuovo stile) mi misi a un altro romanzo e cominciai a lavo– rare giorno e notte. L'idea del romanzo è una mia idea antica e pre– ferita, ma tanto difficile, che per un pezzo non osai mettermici, e se mi ci son messo ora, è proprio perché ero in una situazione quasi dispe– rata. L'idea principale del romanzo è di raffigurare un uomo veramente ottimo. Non c'è nulla di più difficile al mondo e particolarmente adesso. Non c'è dubbio che si tratta di due concezioni poetiche distinte, e lo conferma un'altra lettera, al Majkov, scritta pochi giorni prima, il 12 gennaio 1867 da Ginevra, come quella alla nipote, e pubblicata per la prima volta nel 1922 dal Modzalevskij, preziosa anche perché svela il concetto che il Dostojevskij stesso si faceva della propria attività creativa 3 ) : E a me ecco che cos'è successo: ho l(lll)oratoe mi son tormentato. 1) Pisma, II, cit., n. 339, p. 239. 2) Pisma, II, cit., n. 294, p. 71. Lettera da Ginevra, del 13 gennaio 1868. La sot– tolineatura delle parole « a un altro romanzo », è mia. 3) .Pisma, J1J, cit., n. 292, pp. 59-00. Le sottolineature sono riprodotte dall'ori– ginale. BibliotecaG no Bianco
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