Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931
398 L. Ginzburg d'un sogno così a lungo idoleggiato, quell'amore ardente che suscitò le postume gelosie di Anna Grigorjevna. Il saldo affetto che ne prese il posto non bastava ad adornargli la vita: per questo si ri– volse, pieno di speranza, alla Suslova ; e nel suo intimo non do– veva quasi sentire rimorso pensando alla moglie, a cui voleva profon– damente bene, ma che s'era trovato a non amar più appena l'aveva fatta sua. PROGEJ'l'TI E MEJTODO DI LAVORO. Appunto con una lettera alla Suslova, in cui il nome della destinataria è stato ristabilito per la prima volta, su testimonianze inoppugnabili, dal Dolinin, si apre la parte maggiore del secondo volume dell'epistolario dostojevskiano, in cui il nome di Anna Grigorjevna ricorre frequentissimo, con accenni eloquenti e com– mossi alla felicità coniugale che su di lei si fondava. ' Anja mi ama, - scriveva il Do-stojevskij alla su9cera da Baclen, il 9 luglio 1867, in una lettera finora inedita 1 ), - e io nella mia vita non sono ancora mai stato così felice come con lei. È mite, buona, intelligente, ha fede in me, e m'ha fatto talmente affezion11,rea s: é con l' amore, che mi sembra che adesso senza di lei morirei. Vi ringrazio e.on tutto il cuo,re per una figlia così. Me l'avete data voi, questa feli cità. Forse l'unica rivelazione di queste centoventinove lettere è lo spicco netto che assume adesso la :figura di Sonja Ivanova, la ni- . pote prediletta del Dostojevskij, dalle diciannove lettere a lei di– rette, di cui nove erano rimaste finora inedite, mentre le altre erano state pubblicate, quasi tutte con numerosi tagli, nel 1885. Fin dal 1865, scrivendo alla Korvin-Krukovskaja, una fanciulla di alto sentire che in una cert'epoca egli pensò di sposare, egli ne parlav.a con grande entusiasmo 2 ) : A Mosca la mia nipote ma,ggiore, Sonja, mi ha pro;curato a1cuni mo– menti bellissimi. Che ·anima ca,ra, intelligente, profonda, e cordiale, e com'ero contento che fo:r,sele avrei voluto molto bene, come a un amico. Dall'estero, nel turbinoso periodò in cui, peregrinando per la Germania, la Svizzera e l'Italia, scriveva L'idiota, L'eterno marito e buona parte dei Dèmoni, egli cominciò a considerarla come l'amico suo più fedele, e le confidò con pieno abbandono tanto i suoi progetti artii;;tici come le sue pene pecuniarie: sicché, in una lettera da Dresda, del 26 dicembre 1869, finora inedita, poteva perfino iden– tificare, in certo qual modo, la nostalgia prepotente ch'egli sentiva 1 ) P-isma, II, cit., n. 278, p. 24. ~) Pisma, II, cit.: append., n, 25 (240), p. 616. Lettera senza data. BibliotecaGino Bianco
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