Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931
392 L. Ginzbur[J ----- -------------·--------- aocorsi come passò il primo anno deHa mia vita di qui. Ero molto-felice. Iddio mi aveva mandato la conoscenza d 1 una famiglia, che non dimen– ticherò mai. È la famiglia Isajev, di cui t'ho scritto un po', mi par~; t'ho perfino dato una commissione per loro. Egli aveva un posto qui, ~ssai discreto, ma non ci si tro,vò bene e per dispiace~i avuti dovet~ dare le dimis1sioni. Quando li conobbi, egli era già a mposo da alcum mesi e si dava continuamente dattorno per avere qualche altro posto. Viveva dello stipendio, di suo non aveva nulla, e perciò, rimasto senza posto, a poco a poco caddero. in una, tremenda mi~eria. Q~and~ ~i c~– nobbi, si tenevano anc.6ra su m qualche modo. Egli fecl:l dei deb1t1. V1- vev,u,molto disordinatamente, e la sua natura stessa era abbastanza disordinata. Appassionata,, testarda, un po' involgarita. Egli cadde molto nell'opinione generale ed ebbe molti dispiaceri; ma sofferse anche molte persecuzioni immeritate per parte della società di qui. Era spensierato come uno zingaro, superbo, ma non sapeva dominarsi e, come ho già detto, s'era lasciato andare tremendamente. Eppure era, una natura for– temente svd.luppata, ottima. Era isitruito, e capiva tutto, di qualunque cosa gli si parlasse. Malgrado il molto fango, era d'una nobiltà straor– dinaria. Ma non era lui che attraeva vers.o di sé, ma sua moglie, -Marja Dmitrievna. È una signora, anc6ra giovane, di 28 anni, carina, molto istruita, molto intelligente, buona, simpatica, graziosa, con un cuore ottimo, generoso. Ella sopportò que_sta sorte orgogliosamente, senza mormorare, adempiva da sé all'ufficio di domestica, prendendosi cura del marito spensierato, al quale io, col diritto dell'amicizia, facevo molte prediche, e del piccolo figlio. ,Solamente divenne malata, impressiona– bile e irritabile. Il suo carattere del resto era allegro e vivace. Non uscivo quasi dalla loro casa. Che se.rate felici passavo in ,sua compagnia! Ho incontrato raramente una donna così. Quasi tutti avevano smesso di frequentarli, in parte a causa dl:llmarito. Ma loro non potevano nep– pure mantener le amicizie. Finalmente saltò fuori per lui un posto di assessore, a Kuznètsk, nel governatorato di T·omsk, mentre prima era, funzionario per missioni speciali presso le dogane ; il passaggio da una carica remunerativa e importante all'assessorato era molto umiliante. Ma che c'era da fare! Non c'era quasi più un pezzo di pane, e io ot- . ' tenm appena appena, dopo una lunga e vera amicizia, chl:l mi permet- tessero di divider c~n loro il mio. Nel mese di maggio del '55 li accom– pagnai a Kuznètsk, due mesi dopo egli morì di renella. Ella rimase in paese estraneo, sola, tormentata e dilaniata dal lungo dolore, con un bimbo di sette anni, e senza un pezzo -di pane. NoDJaveva neppure di che seppellire il marito. Io non avevo denari. Mi feci subito imprestare da Aleks[andr] Jegor[ovic Vranghel] prima 25 e poi 40 rubli d'argento e glieli mandai. Grazie a Dio adesso l'aiutano i parenti, con i quali ~ra un poco in lite, a causa del marito. I suoi parenti ,sono ad Astrachagn. ,Suo padre è figlio d'un emigrato francese, M. r de Constant; è vecchio e occµpa la carica COJ?--siderevole di direttorl:l della quarantena ad Astra– chagn. Patrimonio non ne ba, ma vive del suo stipendio, molto consi– derevole. Ma adesso andrà presto a i:iposo e perciò le sue entrate dimi– nuiranno. Inoltre b,a anc6ra due figlie a carico. Finalmente sono rimasti i parenti del marito, parenti lontani; uno dei fratelli del marito è BibliotecaGino Bianco (/
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