Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931
388 L. Ginzburg IL PRIMO MATRIMONIO • .Malgrado lo strazio della corrispondenza, di quel periodo, non si avrebbe una prova sicura dell'odio di Anna Grigorjevna per la memoria di Marja Dmitrievna (con tutta probabilità fu lei a sug– gerire alla figlia certe sconcie calunnie), se non si potessero con– trapporre le testimonianze d'un'ammiratrice ed amica. di Anna Grigorjevna, la Kovrighina, la quale riferisce che « il Dostojevskij, secondo quel che diceva Anna Grigorjevna, non nascondeva di non aver avuto un grande amore per la sua prima moglie)) 1 ), e quella di Anna Grigorjevna stessa, che nelle sue memorie racconta d'aver sentito parlare il marito di Marja Dmitrievna una volta sola1 nel 1867, dopo la morte della loro prima bimba, quand'egli si la– mentava che tutto, nella vita, gli aveva arrecato dolore, anche il primo matrimonio. Ora, quest'affermazione del Dostojevskij non è se non l'eco di una confessione piena di malinconia, fatta in una let– tera del 31 marzo 1865 all'amico Vranghel, che negli anni siberiani era stato il confidente del suo amore per Marja Dmitrievna 2 ) : Ero a Mosca, accanto a mia moglie morente. Si, Aleksandr Jego– rovic, sì inestimabile amico mio. Voi mi scrivete e mi fate le condoglianze per la mia fatale perdita,,' per la morte del mio angelo, di mio fratello Misa, e non sapete fino a che punto la sorte m'abbia schiacciato! Un altro essere, che mi amava e che io amavo smisuratamente, mia moglie, è morta a Mosca,, dov'era andata a ,stare un anno prima di morir tisica. Io mi ci trasferii subito dopo di lei, non mi allontanai dal suo letto per tutto l'inverno del '64, e il 16 dell'aprile scorso morì, in piena conoscenza e, a,ccomiatandosii, ricordando tutti coloro che voleva salutare per l'ultima volta, ricordò anche voi. Vi mando il suo saJ.uto, mio vecchio, caro amico. Serbàtene un;:i, cara, buona memoria. Oh, amico mio, ella mi amava infinitamente, anch'io l'amavo immenMente, ma la nostra vita comune non è stata felice. Vi racconterò tutto quando c'incontreremo, ma adesso vi dirò so~(')che, benché siamo stati proprio infelici insieme, ,per il suo carattere strano, sospettoso e morbosamente fantastico, non abbiamo potuto cessare d'amarci; anzi, più sventurati eravamo più ci affezionavamo l'uno all'altro. Per quanto ciò sia strano, era così. Era la donna più onesta, più nobile, più generosa fra tutte quelle che ho conosciuto nella mia vita. Quando morì, - benché mi tormentaissi nel vedere (tutto l'anno) come moriva, ben.ché a,pprezzassi e sentissi tormen– tosamente quello che mettevo nella tomba, con lei, - tuttavia non potevo affatto immaginare fino a che punto si sarebbe fatta dolorosa e morta la mia vita quando l'avessero ricoperta di terra. E ecco ch'è già un anno e i.I sentimento è sempre eguale, non diminuisce.... ' 1 ) Raccolta « Dostojevskij », a cura di A. S. DoLININ, II, Leningrad, 1925: Gli ultimi mesi di vita di A. G. Dostojevskaja, p, 585. ' 2 ) F. M. DosTOJEVSKIJ, Pisma, vol. I, Moskva; 1928, pp; 397-398 (n. 221). BibliotecaGino Bianco .
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