Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931
OORRADO ALVARO VEN.T ' AN.NI RÒMANZO Un volume di pagi~e 359 . L. 15 « Come inchiesta ansiosa su l'accelerazione e deformazione di vita operata dalla guerra in giovani dalla struttura interiore ancora duttile e mutevole, il ,libro afferra e non si può lasciarlo .... L'Alvaro non ha bamboleggiato intorno ai fig'li che escono dalle braccia della madre; ben– ché, e prenderli soltanto di un paio d'anni più giovani, il caso sarebbe stato proprio questo. Ma in quel paiò d'anni c'è tutto il muta,~ento: la crfsi che orienta l'adolescenza verso la domia, ancora mistenosa, an– cora mal misurata i:J.ell'ince1tezza dei primi assaggi e nell'ingenuo delle prime reazioni psichiche; il valore della vita ancora imponderato, oscil– lante tra un ebbro stu,pore e un'ebbra malinconia di vivere : in fondo ìn!nor 'valore e prontezza a sacrificarlo : J')iù. che la presa solida della realtà un romanticismo fuggente, un individualismo am1aspante, e più che lo stampo ,dell'uomo sulle cose, lo stampo delle cose sull'uomo, accostate con cupidigia di esperienza .... E v'è una.sSCena di combattimento, quando le truppe uscite dalla trincea avanzano lentamente e hanno l'impressione di correre in campo aperto che .... qui i;plende per affascinante immer– sione nella realtà .... Il libro è uno dei più affilatmnente investigativi nei quali si sia cercato cli far rivivere la guerra.· :El un cimento molto serio, .di un nostro autore». SILVIOBENCO, Il Pioeoio deHa Rera, 'l'l'ieste. e, .... Bisogna leggere queste parole, queste frasi, con un'intenzione non idillica che sarebbe falsarle. In esse, e in tutte le altre che costituiscono la trama vitale del romanzo, vibra più intensa la sua sostanza poetica, quel tono primitivo e favoloso, la .voce di quel mito· che :fa di Vent'anni un libro non dJ.menticabile ». · · ' G. "l'I'l'TA 'RosA, L' Itaiia L@tt,e,rai•ia, Roma. I. È il romanzo della guerra vissuta e sofferta da giovani ventenl).i che hanno gli stessi intimi c.aratteri, i c oloi:i d 'anima propri di Alvaro. Anche qui 'è un màschio accettar la sorte; u.na sempre giovane facoltà di .stu– pirsi, di veder le cose a nuovo quà sil coi significati originari; e il senso della morte come costante ombra de} vivere, e la lunga pauenza, lo sperare non vano; e quel tener sa1do oggi il. piede in trincea come ieri nel solco. PIETROPANCRAZI, l Geniere cieiia Sem, Milano. « Nei capìtoli gral).di di questo romanzo, terzo sesto ottavo, il :rea– lismo magico di /4.lvaro fUQziona in pieno, dico quel suo m0do di vedere la realtà con subiti trapafìsi nel fantastico e nel sègnato, che tante volte pesò S'u.llasua arte, portato arbitrario ,d'un,a mente complicata. La realtà qui è assunta nel suo essenziale valore, e l'aria tutt'intorno vibra, si scalda e oscilla, e tien sospesa l'anima, come quell'incognito indistinto. che 'è l'ultima dolcezza della musica c0rale. Mancano certo facoltà' ana– litica e virtù nel descrivere le passioni e collocarle prospetticamente; ma c'è pure u.n ,modo d'arrivare a rappresentazioni gTandiose con un multiplo di sensazioni)). GIUSEPPE DE RòBERTIS, Pègaso, Marzo 193_1. FRA'l,ELLI ' TREVES- MILANO BibliotecaGino Bianco
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