Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931

BuLow, Memorie, III 485 Egli desiderava la conservazione dell'impero d' Absburgo, ultima grande Potenza Cattolica ; ma riconosceva perfettamente che la guerra poteva evitarsi soltanto se l'Austria non indugiasse oltre a sacrificare almeno il Trentino». Fin qui, era quel che sapevamo a un dipresso tutti; Bulow avrebbe potuto aggiung ere qualche particolare. Un particolare, vera– mente, l'abbiamo: « All' avvicinar.si della Pasqua, il Papa inviò a mia moglie l'apostolica benedizione e le mandò a dire nel tempo stesso che pregava per il successo della missione di suo marito». Papa Della Chiesa non era uomo da pregare soltanto; avremmo desiderato sapere il resto, o almeno qualcosa di più, di inedito. L'invio del cardinale Piffl da Fran– cesco Giuseppe, per persuaderlo a cedere alle domande italiane, e la cattiva accoglienza dell'Apostolico Signore al messo pontificio, - ch'era poi l'arciv,escovo di Vienna, - erano cose che già sapevamo. Ma Bulow è cosi taciturno, in questa parte, che non sono neppure nominate le dimissioni di Salandra e le giornate di maggio-. Poiché la discrezione non c'entra, o in ogni caso non basta a spi e– gare tanta silenziosità; poiché l'indole di Bulow lo spingeva piuttos.to a narrare particolari e ad esaltare l'opera sua, la spiegazione in evitabile è che in realtà egli non aveva nulla da raccontare: nulla, almeno, che valesse la pena e giovasse a fargli far buona .figura. Se si riflette un po' all'impostazione data da lui stesso, - secondo che riferisce in queste Memorie, ~ alla sua missione romana, si vede. che non poteva essere diversamente. Biilow dice: gli errori della Germania e dell' Au– stria avevano provocato allo scoppio della guerra la neutralità italiana (di questa neutralità noi non conosciamo apologia più piena e più ~on– vinta di quella fatta qui dall'ex-cancelliere tedesco. Si rimane quasi sbalorditi di fronte a tanta imparzialità, a cui la letteratura di guerra . non ci aveva avvezr.ato; e ciò tanto più, che in questo stesso libro il Biilow fa ·suo il principio : Right or wrong, my country). Una volta proclamata la neutralità, una volta avvenuta la battaglia della Marna, due sole possibilità concrete rimanevano per la condotta italiana,: o l'entrata in guerra a fianco dell'Intesa, o il mantenimento della neu– tralità dietro compensi austriaci. Occorreva, dunque, che l'Austria si decidesse a fare all'Italia concessioni sufficienti; e si decidesse in tempo, prima che l'Italia fosse impegnata coll'altra parte, da cu_i si prometteva molto di più. Dal momento che per il principe di Biilow la situa.zione era in questi termini, e soltanto in questi termini, perché egli venne a Roma? Avrebbe dovuto, se mai, farsi mandare a Vienna. Da Vienna, e da Vienna sol– tanto, - secondoché egli presenta le cose, - dipendeva la decisione. Quel che gli e.spose il ministro Sonnino nel loro primo colloquio, corrisponde punto per punto a quelle che erano le sue stesse persuasioni. Non c'è pa,rtita diplomatica da giocare, quando i due giocatori sono preventi– vamente d'a,ccordo. Biilow poteva andare a passeggiare, - se le con– venien~e lo avessero permesso, - con Sonnino al Pincio (veramente Sonnino aveva l'abitudine di passeggiare per il Corso, fra le 9 e le 10 di sera), attendendo che il barone Macchio ricevesse dal Ballplatz un si o un no. BibliotecaGino Bianco

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