Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931
484 BuLow, Memorie, III parole compendiano i ripetuti giudizi da lui dati antecedentemente imi governanti tedeschi del luglio 1914. Questo terzo volume delle Memorie bulowiane ha lo stesso carattere aneddotico e critico (e l'aneddoto serve generalmente alla critica) dei due precedenti, solo con tòno anc6ra più aspro e demolitore. Alla ptopria missione romana Bulow dedica due soli capitoli, che non hanno un carattere molto diverso dagli altri. In questa occasione, come nei volumi pr,ecedenti a proposito del Marocco e della Bosnia, il loquace e frizzante narratore, allorché dovrebbe esporre per disteso, e chiosare, l'opera ,sua, diventa estremamente parco cli parole. Di un'azione ùi– plomatica ,e personale svolta da Bulow a Roma tra il dicembre 1914 e il maggio 1915 noi non apprendiamo quasi nulla. Riferisce quel che gli disse Sonnino nel primo incontro : si tratta del programma di conces– sioni richieste all'Austria già noto dal Libro V,erde (vi manca solo un accenno alle concessioni d'interesse militar,e nell'Adriatico). Dopo, dei colloqui con Sonnino e Sala,ndra, dei rapporti, ancb,e puramente mon– dani, con altre personalità italiane non è detto nulla. Neppure l'incontro con Giolitti e la visita successiva di lui sono menziona.ti . Eppure le Memorie della mia vita di Giolitti, in cui l'uno e l'altra sono raccontati, erano già uscite alla fine del 1922, mentre il manoscritto di questo terzo volume delle Memorie b-Ulowiane po,rta alla fine la data del 23 otto– bre 1923. Non è dunque il caso, in nessun modo, di parlare di discre– zione. Anzi, Giolitti aveva fatto già quel racconto nélla lettera del 24 gennaio 1915, quella del « parecchio )) (ove, invece della parola di– venuta famosa, e si potrebbe dire famigerata, c'è invece un ><<molto))). Di più: Giolitti riferisce, sempre nelle Memorie, di un colloquio chie– stogli, alla fine dell'aprile 1915, da « un not~vole persoJil.aggio tedesco,. amico del principe di Bulow )), da lui conosciuto a Homburg nel suo incontro con Bulow del settembre 1904 : il conte von Hutten Czapski. Giolitti negò il colloquio, per ragj_oni di opportunità politica, e scrisse al conte che l'unica cosa da fare era di persuadere l'Austria ad acco– gliere le domande italiane; formulava però la previsione, che anche questa volta l'Austria sarebbe arrivata troppo tardi. Seppe nulla di questo tentativo tedesco il Bulow ? Par naturale ,supporre che ne fosse informato preventivamente. Nelle sue Memorie non se ne fa parola. . Di Villa delle R9se e di coloro che la frequentavano molto si parlò allora in Roma. Le dicerie, anzi le maldicenze, sono cadute da un pezzo nel dimenticatoio: lo erano già quand9 Bulow scriveva. Tanto più sa– rebbe stato naturale riferire, per la storia, quel tanto o quel poco di esatto che c'era da dire. Il silenzio di Bulow, ripetiamo, JiLOn si può , spiegare colla discrez!one: in periodo di neutralità, varcare la soglia di Villa Malta o di palazzo Farnese era ugualmente lecito. E del resto Bulow, per eccezione, fa il nome di un suo ospite a mensa, un generale che era « uno dei più spiccati fautori della politica di guerra)). . È fatta menzione del soggiorno a Roma in quei mesi di Erzberger, 11 noto leader del Centro, assassinato più tardi da suoi concittadini per odio politico. Si racconta, ch'egli sii. recava spesso in Vaticano; mentre in altro punto del libro è detto: « Mi terrò sempre onorato che .Benedetto XV assecondasse caldamente i miei sforzi in pro della pace. BibliotecaGino Bianco
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