Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931
Il codice di Paul Poiret 473 o pinguedine; dar loro una nuova gran;ia, un nuovo incanto che ne faccia risaltare tutta la bellezza, il fascino, nuovi aspetti di essa, risalti inso– spettati con una semplice sfumatu,ra; far diventare divine Le belle, e belle quelle cosi cosi, sopportabili le brutte, ridurre un paradiso il mondo, rin– giovanire le vecchie .... O altrimenti, se svegliati un poco colla bocca amara, in una mattina oscura di pioggia, dopo un sonno agitato, la– sciarsi andare alla tentan;ione maligna di far loro portare qualche cosa di incomodo, di assurdo, di immensamente ridicolo; che le sformi, le stringa, le strangoli; un cilizio che ne mini la salute e ne alteri il colore della pelle, un laccio in cui si muovano, con estrema difficoltà; vederle salire e scendere dalle carrozze e per le scale penosamente, sudando freddo, dimenal'si nelle pastoie della nuova crean;ione, alcune cadere im– pantanate nella più irresistibile ilarità, o portare come una corona di rose SJUllatesta un recipiente indegno, inverosimile, nella certezza che tutte porteranno esattamente quello che vien loro imposto, che nessuna. legge fu mai tanto osservata e rispettata, e con tanta sollecitudine, con tanto unanime consenso e fino in fondo. Questo di Paul Poiret, En habillant l'époque (Grasset, Paris), è un libro di memorie, memorie di un uomo anc6ra giovane, cinquant'anni solamente; cosa che non ci fa stupire in un tempo in cui tutti sicriviamo delle memo:rd.e,senza distinzioni di età. Non abbiaJIIlo letto ieri le me– morie dVkiki, la nostra cara e bella amica di Montparnasse, la ragazza più simpatica e originale del quartiere, pittrice, modella, scrittrice e ora stella dei music-halls parigini più reputati? Dunque via l'idea di par– ru-cca o di tabacco, o di dolori reumatici che si accoppia facilmente a quella di « memorie» ! Il libro di Paul Poiret è fresco e bello come un mazzo di fiori. Egli infatti ci ,si presenta subito come un uomo sano, molto sano e forte (ci tiene ad impiantarsi cosi), e per di più virtuoSO' (a quesito non ci tenevamo noi veramente), virtuoso intendo nel senso nostro provin– ciale. Vogliamo credergli anche questa volta per quanto ci venga fatto ili strizzargli un occhio. Ohi sa perché, ma da un parigino che ,si confessa non ci pare ,mai abbastanza quello che ci racconta, e sempre si vorrebbe qualche cosa di più. Gusto da provinciali anche quesito, ma dovendo certe voci arrivare fino a noi cosi lontano, e -perdendo di forza per la via, naturalmente, si vorrebbe che qui fossero delle bombe addirittura; quasi che Parigi non fosse una città come le altre, piena zeppa di piccoli e grandi borghesi, di un perbenismo scandaloso (io detesto questo genere di SGanclali), dalle idee limitatiS1sime, rigidi nei costumi, addirittura. bigotti, egoi,sti, avari, ipocritelli anfilchenò; ma d'altra parte non è per qnesti precisamente che noi facciamo tanto tragitto, ché ne possiamo ammirare quanti vogliamo a casa nostra comodamente senza spendere un centesimo. E l'uomo di cui parliamo non è d'altronde né un impie– gato del bollo o del cata(Sto, né un fabbricante o spacciatore di salsicce, ma il sarto che ha fatto più rumore in questi ultimi venti anni; anc6ra fiducioso nella. vita, e nel p,ieno possesso di tutti i suoi mezzi, meno quelli economici che gli ,sono venuti a mancare costringendolo ad interrompere la sua prodigiosa attività. BibliotecaGino Bianco
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