Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931

IL OODIOE' DI P.AUL POIRET . . Molte volte ho desiderato di conoscere uno di questi diavoli 'che creano la moda parigina e, come una legge universale, la lanciano al mondo; ma ,siccome in fondo al mio desiderio era l'aspirazione di cono– scere un tipo di uomo, valutarlo nel proprio spirito, osservarlo nel pro– prio lavoro, e non di stringere la mano e rallegrarmi per i suoi successi con un personaggio del giorno a scopo di mia esclusiva curiosità o di va– nità reciproca, non essendomi capitata questa ocr,asione, non favorii l'altra della conoscenza formale e superficiale, E mi sono anche più di una volta disinteressato dall'as,sistere ad una di quelle sfilate che i grandi sarti parigini fanno eseguire ogni giorno, o a giorni fissati, per mo– strare la collezione ai loro clienti e ad un ristretto numero di amici invi– tati come ad un vernissage o ad una prova generale; e in cui due amiche si tradiscono o si vendicano (qualche volta si consigliano bene) ; la mo– glie distraendo gli occhi dalla ,seduzione dei mannequins volteggianti e gongolanti nella sala come pavoni o tacchini, simile a una gattina pronta al più morbido abbandono o a cacciar fuori gli unghielli, li volge a quelli del marito cercanti un rifugio; la focosa americana punta alla rinfusa sulle creazioni più sensazionali come su carte sballate senza la minima preoccupazione della propria persona o età, e la fanciulla libera, quasi gettandosi al collo del protettore un po' pingue, canuto o calvo, rimasto perplesso difronte all'importanza dell'esposizione, e alle x del pericolo, gli dice come un fanciullo che domanda un balocco : « tu me l'as promis ». Quando e come avvenne quella promessa? La bella fan– ciulla conta sulla rievocazione. Si può negare un balocco a un fanciullo -specialmente quando esso stesso rappresenti un, balocco tanto mai grazioso? Ma passan:do qualche volta per la rue de la Paix, davanti alle ve– trine, che in questo caso hanno l'unico scopo di na,scondere invece che di mostrare, e nelle quali figura inva,riabi1mente un grosso renard come un'insegna, e alla sua coda magari una borsetta, simbolica anch'essa, una sciarpa, un ombrellino, a,lcune bottiglie di estratti o acque da toilette, attraverso quella, volta misteriosa e sibillina, che deve sembrare addirittura cattiva alle povere mortali che non potranno mai oltrepas– sarla. per avere la rivelazione di tutti i segreti prodigi e splendori della nuova stagione, e di cui non lascia tra.pelare la minima traccia, il mio occhio ha cercato quello di un W orth o di un Paquin. Che razza di uomo è questo che l'arte può accogliere pacificamente nel proprio grembo, e che com e a,rtista d etiene un'importanza che quelli che fanno l'arte in forme più eleva.te e definitive non si sono mai so- BibliotecaGino Bianco

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