Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931
Settimanali 469 i quali è inutile perder tempo a combattere. Basta ricordarne uno : che ormai ogni nazione vuole avere e ha i suoi turisti, riesce cioè con buoni alberghi, bassi P"-'ezzi, strade lisce e diporti ben ordinati, ad attrarre nella stagione propizia molti dei forestieri che cinquant'anni fa veni– vano solo jn Italia; che insomma la, velocità e facilità dei trasporti han fatto cento volte più va-sta l'area dove i turisti possono svernare al sole o villeggiare al fresco, dall'Uganda alla Svezia, dall'India alla .Scozia. Ma vi sono altri fatti che noi possiamo mutare a nostro favore se smettiamo la boria di credere che, essendo noi il giardin-0 d'Europa, tutti i forestieri una volta o l'altra scendera-nno a respirare e a riposarsi in giardino, e basta sedersi e aspettarli. Prima di tutto buone strade e, a prezzi ragionevoli, buoni all:!.erghi. Gran parte d~i turisti che valgono e spendono e che indicano la stl'ada agli altri, vjaggiano in automobile o almeno, giunti in ferrovia a Roma o a Firenze o a Napoli, le gite mi– nori le fanno da là in macchina. Per le strade d'Italia, si vengono fa– cendo miracoli; ma per gli alberghi delle città minori, s'è sempre allo stesso punto. E dfoendo a,Ibergo intendo non solo buone stanze e buon servizio, e lealtà di prezzi (oggi i prezzi, anche nei grandi alberghi gono due: quello scritto sul cartello della stanza e quello che alla fine ,si paga), ma anche intendo ottima cucina. Cominci da questi alberghi, onorevole Suvich; e sulla sua esperienza diretta, senza ascoltare piati e raccoman– dazioni pubblichi periodicamente, in Italia e fuori d'Italia, l'elenco di questi alberghi di città minori che a lei sembrano ottimi, degni cioè di stare alla pari di quelli che in quattro o cinque anni si sono moltipli– cati, mettiamo, in Provenza. Con quelle strade che sembrano bigliardi e . quelli alberghi, la Provenza ha triplicato e quadruplicato, in città di soli venti o trentamila abita.nti, il numero dei suoi turisti. E cosi han fatto l'Austria, e la Germania meridionale, e perfino il Marocco. Dopo le strade e gli alberghi, provveda finalmente alla pubblicità, ma non sui soliti fogli gratuiti sperduti sui tavolini delle portinerie e sui divani negli atrii degli alberghi. La pubblicità che conta, va fatta sola sui grandi fogli internazionali: da Nuova York a Berlino, da Londra a Parigi e a Vienna. Il resto è sperpero. E va fatta in tempo: in ottobre o in novembre per l'aprile, in marzo pel luglio o per l'agosto. E deve essere fatta solo da lei, cioè deve essere coordinata per tutta l'Italia nel tempo e nello spazio, così che chi a fin d'anno, a Cicago o ad Amster,dam, legge un inv,ito per venire nelle vacanze estive in Ita,lia, trovi bell'e pronto il suo itinerario di dieci giorni, di venti giorni, d'un mese, in treno e in macchina, e la spesa approssimativa, e gli uffici che gliela garantiscono. Oggi, quel pochissiimo di pubblicità che noi si fa all'estero, è ingenua, sgrammaticata, tardiva e sconnessa, e Venezia vi lotta con Viareggio, e Capri con la Riviera, e Taormina con Merano. E l'esito lo vedono tutti., Vi sarebbero poi le feste, i festival, le esposizioni, le stagioni d'opera, le corse, gli sport. B enissimo; ma prima çhe le feste richiamino cin– quecento america.ni o cento tedeschi di più, bisogna che riesca.no a ri– chiamare cinque o diecimila italiani. Gl'Italiani sono tra i migliori tu– risti del mondo, e più educati degli altri, e più pronti a spendere e a tornare. Voglio dire che queste feste e spettacoli straordina,ri prima BibliotecaGino Bianco
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