Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931

La pr!)messa della zia N ene 451 lavorava, COill '1a lente incassata in urn occhio e con la pinzetta in una mano; e quel coraggio mi valse la 00il1Statazi0illeche il sior Gigi IIlOIIl era illiente ~ffatto cattivo come lo credevo : egli non solo norn mi scacciò, ma mi fece vedere come si rimontava un piccolo orologio e quanta attenzio1t1ee bravura ci volevamo per non dimen– ticare nessun pezzo. Finii lllaturalmente dalla signora Sesa. · Dapprima volevo te– nermi deintro il segreto della serata che m'aspettava, ma parendomi a un dato punto d'esserne soffocato, decisi di rivelarglielo. Ricam– biavo oosi la sua cornfideinza. Assunsi l'atteggiamento dl'un uomo che sta per svelare cose importanti. La incuriosii da prima e poi, quando la vidi boo riscaldata, le descrissi puiilto per punto tutto il programma della festa. Urn poco la mia fantasia eccitata e un poco l',arte che, senz'avvedermene, avevo appreso dallo zio Robe;rto, mi fecero esa gerare assai quel programma, sia aumentand001e l'im– portam.za sia aggiuiilgendovi dei partioolari del tutto inventati. La sig rnora Sesa si felicitò COillme, dli.sse che m'iiilvidiava e cominciò a narrarmi tutte le scampagnate- e i banchetti e le feste a cui lei aveva preso parte, riempiendomi ancor, più l'immaginazione di fantasmi piaoevoli. Ma, in cuor mio, la compiangevo, ,perché mente poteva superare la bellezza e il godimento della serata che avrei passata io. Cos i chiacchierando, non m'accorsi che s'era fatto buio e solo quam.do la signora Sesa mi domandò : - ma a che ora an - date ? - io balzai su dalla seggiola e in quel momento, per la prima volta, ebbi la chiara sensazi01I1eche il mio sogrno, per esser realtà, aveva appena da avverarsi. Io mi dovevo anoor tutto lavare e ve– stire. Dall'armadio avrei tolto il mio bel vestito alla marinara, fiammante, poiché l'avevo portato soltanto una o due volte. E avrei preso amche la mazzettina di cailiila d'India, regalo della iilOiliila. 0001queste immagini concrete, mi precipitai di là, a casa mia. Vi trovai un gran movimento e i lumi accesi iiil tutte le oamere. Tutti erano già vestiti e prooti ; solo mio padre leggeva il giornale ilI1 cucina. Sorrisi come se avessero voluto farmi U!Il.O .scherzo. Feci due ,salti e gridai a Olga che se m'aveva già preparato il vestito alla marinara e la mazzetta, io ero pronto ilI1 un baleno. - ,Ma tu resti a casa COiil papà; che cosa t'è saltato iiil moote ! - disse la zia Nene. Io la guardai e volli sorridere anc6ra, credendo che fosse sempre UiilO scherzo; ma norn potei sorridere. La zia Nene sploodeva da capo a piedi, ma il suo viso era serio e il suo sguardo pieno . d'un rimprovero aruioiato. Un tremoodo senso di scOiilfitta mi pa– ralizzò. Sentivo che a un filo, a un tenuissimo filo era legato tutto il peso della mia felicità e che di sotto s'apriva l'abisso. Tremai. M'avvicinai allà zia Nene eome un cOiildanlilatoa morte e con Uiila voce timida e pietosa la supplicai, la scongiurai che mi portasse con sé, che non mi lasciasse a casa; mi sarei illlginocchiato davanti BibliotecaGino Bianco

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