Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931
Diego Martelli, l'amico dei << Macchiaioli ;> 321 tempo per non sopravvivere alla propria fama. Prosegua il buon Can– nicci e continui con moderazione a gustar i frutti della follia (lettera alla signora Gioli, del 15 agof:!to ]..894). Restano, è vero, le fide e pr-0fonde amicizie col Fattori, i Gioii, il Ciani, il Fantacchiotti. Lega muore il 25 settembre 1895 in un letto d'ospedale : Ricevo notizie della morte di Lega. Paccio la puntura alla Ter.esa. Mi metto a scrivere quattro parole sull'amico estinto .... Io sono tanto fiacco che non posso nemmeno leggere senza addormentarmi e così an– diamo là là con un vento che è una vera consolazione, al 25 settem– bre del '95 (lettera alla signora Gioli). Lo stat-0 di salute della moglie di Diego, che già ,da tempo no111 era buono, si amdava man mano aggravando, per una 111efritecro– nica. Accamto aUa malata,, e già sofferente per il male che lo mi- 111ava,Diego Martelli fu il più affettuoso e dev,oto infermiere. An– darono per u111a estate a -Sancasciano e di là scriveva alla signora Gi-Oli il 2 ott-Obre del '95: « Domani spero, alle 10 del mattino, di la– sciare Samcasciano per ricomi111ciare la via crucis fiorentina .... )). Il 19 ottobre Teresa moriva dopo u111a lunga agonia. Diego Mar– telli scriveva da Venezia, dove era ospite di Anto111ioFradeletto, questa lettera che meglio delle altre rivela il suo animo: 28 ottobre 1895. Carissima Signora Matil_de, finalmente le scrivo e scrivendo a lei scrivo a tutti voialtri che avete ora e sempre presa tanta parte alle mie tribolazioni. Farlo prima non mi era possibile, lo stordimento, la mancanza di un cantuccio, le notizie da casa che mi facevano stare in pensiero, le candele della sera, che erano insufficienti per i miei occhi indeboliti, tutto questo complesso di circostanze mi toglieva quella calma che è necessaria per conversar-e con dei buoni amici anche su argomento doloroso. Riandando il mio passato sento di aver voluto un gran bene alla mia povera, morta; bene che da principio era una simpatia e!]. una benevolenza che andava a mano a mano aumen– tando a misura che le qualità che amavo e che avevo indovinate si an– davano svilµppando. La sua'lunga malattia è stata poi la sua apoteosi; essa ha confessato, si può dire in punto di morte, nelle sue cento agonie, tante di quelle belle azioni che basterebbero a farne una santa, a ciò spinta dalla necessità poiché, tutto il bene che fac~va, metteva tanta cura a tenerlo nascosto quanto altri ne mette a scriverlo fin sui boccali di Montelupo. In omaggio alla santa memoria della mamma sua, che p_er– dette bambina, ella non si ribellò mai alla guerra che le fece mia madre, e tanto la comprese che venne il momento doloroso e solenne che la vecchia signora Ernesta, impedita a parlare, cercò brancolan!].o le no– stre mani, le unì e le benedisse.... Molti non troveranno nemmeno che la Teresa meritasse tutta quella affezione che io aveva per lei, ed hanno ragione perché la Teresa era così poco degli altri ed era tanto cosa mia 21. - Pigaso. BibliotecaGino Bianco
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