Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931
318 B. M. Bacci purché lè carte restassero 3: Firenze, si acco~tentava di una ~omma minore. Il Carducci che ,s1 era occupato ,d1 queste trattative ool Ministero, di fronte alla condotta del Martelli, gli scriveva in data 15 gennaio '84-: « .... delle volte tu hai delle ingenuità maligne, inaudite. Sono sicuro che lo, f-aiper un po' di dispetto con Roma .... >>. Il 3 marzo 1884 fu firmato l'atto di co1I1segnadelle carte f.osooliane alla Biblioteca Nazionale di Firenze. Tre anni dopo il Martelli volle dedicare al Foscolo una, vig 1 na, e pregò il ,Carduoci di fargli l'epi" grafe da inddere sulla base che doveva reggere il busto del Foscolo, posto nella vigna stessa. Un po' per l'innata imperizia e più per la generosità grande verso gli altri, ormai non molto gli restava della fortuna ere– ditata. Decise allora d'impiantare una cas·a per l'esportazione e la vendita delle cose d'arte ed apri un « banco >> in Via Ghibellina a Firenze. Ma anche questo tentativo, se servì ·a vendere special– mente nel Sudamerica dìv,erse pitture degli amici, non portò a lni alcun frutto. Continuava inta1l1tola sua opera di critioo e volgariz– zatore :,;uigiornali locali, dal Corriere Italiano al Fieramosca. Con entusiasmo immutato difendeva gli artisti della giovane e vecchia guardia, e oon che spirito facesse questo lo si può arguire, per c,on– tra,sto, da questa lettera, alla signor-a Gioli, d:el 1° giugno del '92: Oggi l'arte non ha, perso nulla ma l'accademia ha perduto il pro– fessor Pio Fedi, l'autore del ratto della Polissena che non ha nemmeno il pregio di essere una polissonade. Io dovrò intessere sulla sventura che affligge l'Italia un necrologio sentimentaìe che mi mettei'à in tasca Lire It. 15 di moneta corre}!te e non spargerò lacrime ma sudori a levar fuori _duecolonne almeno di Corriere per q:uesto illustre defunto che consacrerò all'ammirazione dei posteri, visto e considerato che ai presenti non im- porta un corno di lui. , Da qualche tempo. era tornato a stare in Firenze in Via del Me– larancio nella casa della, Quiriliia, di modo che si trovava più ruc-on– tatto con i suoi amici. Si era dato alla vita politica ma con scarso successo. le sue idee non erano queìle più aidatte a trionfare in quello scorcio di vita dell'Italia umbertina. La fondamentale ge– nerosità, il veder le cose con una brusca risolutezza, l'enunciare_ i rinnovamenti e i rimedi da ,prendere (una delle sue proposte in un dliscorso elettorale, fu quella dell'abolizione delle prigioni e del– l'istituzione dei laboratorii all'aria libera, specie di riformatorii dove con il lav-0ro gli spiriti traviati .si sarebbero potuti ravvedere e ritr?vare), il dolore per vedere l'Italia agire senza preparazione politica e senza forze adeguate in Africa, fecero sì che lll, maggio– ranza grandissima delle azioni politiche del Martelli n·on fu che una sequela di fiaschi. Dall' '89 al '90 fu consigliere comunale di Firenze, e questo fu tutto il suo suocesso. BibliotecaGino Bianco
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