Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931

Diego Martelli, l'amico dei << Macchiaioli » 313 ganza regence, -dove alle pareti potete vedere un paese non finito di Oorot, che rivela in parte i segreti del vecchio maestro e tutto intero il suo genio, poi una pittura di Manet ed un pastello di Degas. Costi il padrone di casa vi riceve con una schietta affabilità e vi presenta i suoi commensa.li e vi pianta, davanti ad Emilio Zola, a Duranty e Edmondo Degoncourt, ai pittori Manet, Rossano, Degas, De Tivoli. In questo tor– neo, dove, si giostra con tutte le cortesie delle armi dello spirito, si è misurati a grammi P. millesimi. Nella sala da pranzo stanno meraviglie di getti giapponesi e di ceramiche del '500. Dopo un pa,sto squisitamente delicato tornate alla discussione, alla musica. E sempre a pro,posito della compagnia che frequentaya e del– l'esposizione, scriveva il 7 giugno alla signora Gioli: Il De Nittis tiene corte bandita facendo gli onori della colonia ita– liana ai commissari dell'esposizione, l'iniziatore di banchetti patriot– tici.. .. Signorini ora è tornato il ,solito Signorini, che in bona fede si carica delle idee di un altro e le fa sue, come il merciaio ambulante vende gli aghetti comprati dal grossista ad uno ad uno facendo miglia e miglia. Meneghi (Zandomeneghi) poi, povero figliolo, è in uno stato curioso ed anch'esso inquieto. Lavora in certi suoi misteriosi lavori che gli danno da vivere comodamente, ma inv.ece di profittare di questo gua– dagno, e far della pittura esclusivamente per sé, che allora la farebbe bene, si confonde a fare cose che probabilmente si possano vendere a tali (prezzi) da raggiungere il sospirato giorno in cui potrà essere arrivato .... E a proposito dei quadri esposti dai suoi amici, aggiunge: In quanto alle qualità di spolvero che mancano a tutti (i toscani), non se ne può parlare .... Ritengo, contrariamente a quello che dice Signorini, che l'esposizione italiana sia una delle più belle e significative della mostra universale; e questo appunto in forza dell'indirizzo che l'arte dei nostri amici accenna. Signorini dice con una certa verità che, se si fosse scelto, si sarebbe potuto avere una delle più belle esposizioni, e capisco anch'io che se avessi potuto riempire solo quelle sale come avrei voluto, si sarebbe fatto meglio. Ma insomma, se manca Costa, grazie a Dio non vi è nemmeno il Bellucci, ed un Pagliano vale sempre un Henner ed altri hors concou1·s francesi; cosi l'esposizione italiana come fisonomia rappresenta discretamente il paese e non manca di note potenti e rispettabili, quando si consideri, che gli artisti fini bisogna cercarli con il lumicil)o dappertutto .... Non venendo subito qua,, Cecchino ha perso un'esposizione di impres– sionisti, che gli farò conoscere quanrlo v.errà quassù, e perderà l'esposi– zione che si sta raccogliendo di molte cose di Courbet, come ha per– duto Daumier .... Impiego quest'ultimo pezzetto di carta, con un schizzo di vita parigina. Graziella, « una delle tante», era stasera al caffè estenuata da otto giorni di perdite, passati senza quasi mangiare, nu– trendosi di qualche bicchiere di birra e di qualche raro pezzetto di pane. Ad una certa ora arrivano altre « di quelle tante>> cariche di rose e di BibliotecaGino Bianco

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