Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931

3.1.2 B. M. Bacci E in tutte le lettere non dimentica di mMl.dare i saluti ai figli della signora Gioli, ed ·a interessarsi della loro salute e dei loro studi. La corrispondenza con gli spiriti più vicini al suo, si intem.– si:fi.cain questo periodo, specialmente col Carducci (« Il buon Gio– sue che se è grande nella estimazione dei dotti per le sue qualità di intelletto, è grande più che ma.i tnell'intimità degli affetti; per ecc~l– lenza di cuore))), con lo Stecchetti che garbatamente motteggia scambiamdo con lui lunghe epistole in versi (malattia del tempo); col Panzacchi, col -Martimi, per ,dir solamente dei più llloti. È di questo tempo u,na lettera consolatoria a,l pacifista Teodoro Moneta « lllella speranza che finalmente si dia paiee>>. La vita di Rosigmano non era sempre immune dalla nostalgia per il tempo trasoorso con gli amici fra le mura della sua veochia Firenze, tanto che 1I1el uglio del '77 scrive alla signora Gioli : Sto male, non ne posso più. In questo travaglio mi hanno posto non solo lElcose mie private; ma, tutto l'ambiente che ne dr-conda, mi soffoca e mi scoraggia. Ho letto i~l'i il libro ultimamente pubblicato dal Lamarmora. Povero vecchio ridotto in cuor suo a rinnegare le sue im– magini venerate ed a. non sperare che nella giustizia di una storia molto lontana, per l'unico delitto che non si perdona più oggi e cioè quello di avere un carattere inteme:r ;a.to . Non cessava intam.to la collaborazione ai diversi ·giornali, col– laborazione arti stica e p olitica; anzi si p,r,opolllevadi fondarne uno redatto interamoote da lui e ne aveva steso il programma. Si sa– rebbe chiamato Il Solitario e 1I1el titolo è già la rivelaziolile di ulllo stato d'animo. Finalmente nel '78 partì con Teresa per Parigi, dove stava per i naugurarsi la grande mostra universale a cui l'Italia partecipa.va amche colll una sezfone artistica. Lassù riprese a vedere. le vecchie 0 01I1oscenze d a farne delle 1I1uove lllell'ambiente da lui prediletto che ora si ·riuniva al Caffè della « Nouvelle Athèllles >> ÌIIl piazza Pigalle. De Nittis, partito da Firooze nel '67 povero e sconosciuto, in pocl:!ianni era arrivato' a farsi ullla fama ed ulll'agia– tezzlt invidiabili. Nei desiinari settimanali in casa sua, -Martelli aveva avvicinato specialmoote Manet, in cui aveva notato « quel sorriso benevolmente ironico che ha.amo i parigini puro sangue ed i cinesi>>. Manet era ,quasi sempre assieme a sua moglie a Degas (l a Dura1I1ty.De Nittis abitava 1I1ell' Avenue Du Bois de Boulogne l'ap– parta.mento descritto con meticolosità da Zola nell'Oewvre come la casa dell'artista arrivato che ha sfruttato col suo talento 1~in1110- vazioni ed i sacrifici dei suoi coUeghi meno fortunati. Scrive il Martelli: Entrate in un vestibolo dove sono degli sgabelli intagliati ed un gran quadro di Manet, poi passate in un salotto elegante, di una ele- BibliotecaGino Bianco

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