Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931
o------------------------0 Casa Editrice FRATELLITREVES- MILANO CORRADO TUMIATr I TETTI RO.SSI RWORDI DI MANICOMIO LIRE 12. « Uhi legge I teti i rossi non dimentica mai che, prima dello scrittore, o insieme con lui,. c'è un medico che dedica la sua scienza, la sua vita, il HUO quotidiano sacrificio ai dementi. Questa è l'intima sanità, qui cade l'accento morale del libro; e tanto più efficace quanto più nelle parole del 'l'umiati resta segreto. <dl Tumiati sa sempre il segreto di smettere a tempo. Pudore del medico ? Pietà dell'uomo ? Oerto, ma anche avvedimento dell'artista. E se le pagine più roventi restano nel nostro ricordo come il centro del libro, il maggior 1rnmero delle pagine non è certo dedicato ai pazzi integrali, ai tntti-pnzzi: Rono molti cli più i ritratti dei medici, degli in- , fermieri, delle su,ore, dei cappellani, dei visitatori e dei parenti, ... Direste ' anzi, che lo scrittore, più che i matti, si sia proposto di rappresentare l'ambiente e cioè il raccordo tra i matti e i savi elle Ii custodiscono». Pnrrno PANCRAZI, Corriere della Sera. « Libro d'artista, I tetti rossi, e andrebbe giudicato, infine, un po' let– terariamente. Io potrei farlo con du·e parole : i risultati raggiunti dal Tmmiati sono sempre superiori ai mezzi che egli adopera. ]tacciamo la loro parte agli argomenti felici per eccitazione immediata di nervature molto vive nello spirito del lettore: la casa. dei pazzi, l'America. Ma molti hanno raccontato e quella e questa, senza raggiungere per nulla certe impressioni incisive delle pagine· del Tumiati. Egli è per eccellenza uno scrittore breYe. Che può andare anche molto a fondo: ma con rapidità e precisione.- Allora egli dà il meglio di sé. SILVIO BENco, il l'icaolÒ deUa Sera,. 1 «.A. parte il lato artistico, ch'è assai notevole 0 come direllllo, de J Tetti rossi, quel cbe tocca più intimamente il nostro animo leggendo queste pagine è la costante presenza di un uomo illuminato· e moderno, seren.o, ma sensibile, per nulla orgoglioso della sua scienza della quale conosce anzitutto i limiti e la pochezza, ma n'on perciò scettico BUlconto cli essa; pronto, al caso, anche a 03ni sacrificio, anclle a quello della Yita (si legga la pagina Epidemia o l'ultimo ritratto del capitolo GoUeghi) e di– sposto costantemente a partecipare con un sentimento di dolorosa umana pietà al (!olore altrui. Se l'umanità non avesse di questi uomini, la sen– tiremmo senz'altro impm-erita e forse più disgraziata di quanto non sia. Questo libro è bello principalmente per ·questo motivo .... ll. G. Tr1TA ROSA, Pèga.so. « Nella seconda parte del libro il Tumiati ·ci descrive le sue impres– .sioni d'tlll viaggio in .America:... Gli spettacoli del).a strada, la Babilonia nottur1,1a di Manhattan, il mirabolante fuoco d'artificio di Broadway, la nuova New York COD le sue strade trionfali e la vecchia con i suoi quar– tieri poveri, le ci~tà coloniali dove vive una folla anonima di gente d'ogni razza e colore, trovano nel Tumiati un osservatore quanto mai felice e sobrio. Morand, in confrol).to, è più giornalista, _immediato, ma Tumiati risulta più vero, cen un senso d'umorismo che non guasta. Anzi, ri– stabilisce più d'una volta le proporzioni e le prospettive l>. • ÀDOLFO FRANCI, L' Aml)rosiano. o------------~------------0 BibliotecaGìno Bianco
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