Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931

304 B. M. Bacci dai monti di tutta la Toscana e oltre, fino ai confini dell'Umbria, e della Romao·na scendono da secoli le mandrie a svernare. Accanto t:, ' • all'idillica bellezza ed aUa fiera gentilezza di altri luo,ghi toscam, il caratte~·e selvaggio della .Maremma porta un acc®to di maschile potenza. . L'eredità che Diego Martelli aveva, ricevuto, era oberata d'ipo- teche e le terre era1110 trasandate; ma il luogo era bellissimo ed il primo suo pensiero fu di metterlo a, disposizione dei suoi amici, pittori: Raffaello Sernesi, Odoardo BorrMli, Beppe Abbati, Sil– vestro Lega, Giova.n111i Fattori, sono suoi ospiti per molti mesi del– l'amno. ,Si forma oosi quella che potrebbe chiamarsi ia « scuola di Castiglio111cello )), e comincia ad apparire lllelle pitture dei ma.c– chiaioli la terra maremmama, c-0111 le tamerici salmastre ed arse c0111tro il mare turchino coi butteri ed i cavalli. Già campeggia sulle altre la figura di Giovanni Fattori. La vita che gli artisti conducon:0 laggiù. è delle più libe re e primitive. Sparsi, qua e là, << sul motivo>> duroote il gior.no , si ritrovano dopo il lavoro e seguitano i discorsi interrott i la s era avanti. Non è solamente un cambiamento di luogo; c'è un fatto spirituale che trasforma il lavoro di questi artisti. Sta per morire, almeno per i più, la cosiddetta macchia, e subentra Ulil periodo di formazione più strettamente ilildividuale che deve dare la misura di ognuno. Diego Martelli ha in questo un i1I1:flusso decisivo. llil mezzo agli artisti egli ha la sua piena ragio111 di essere. Il suo istinto di libertà, il carattere inso:ffiere111te di costrizioni, la coino– sceirna sempre più vasta della produzione artistica europea, lo por– tano a spingere gli amici ad abhallldonare anch'essi ogni legame o teoria per rivelare pienaimente la propria originalità. A ciò il Mar– telli aggiungeva una generosa pratica bontà verso i suoi amici, di cui molti e largamente si giovarono. Un movimento ar_tistico non può restringersi ad una formula, lllé rimanere fermo su UIIlaposizione teorica-, perché la teoria, utile per la lortta, contiene sempre troppo ,di co111tilllgeRte. Tafilto meno lo poteva un movimento come quello dei pittori «macchiaioli)). Pur partendo da un presupposto vasto e generale 0ome il 111atura– listico, esso cadeva con la pratica a rei;itringersi in formule tecni– che (dipingere alla prima, disegnando, come preparazione, le masse com rapidi toochi di pennello; dipingere sempre dal vero ecc.) che g~i chiudevano u111' immensa qua1I1tità di espressioni, e non s0on– gmrava1110 il pericolo di giungere ad un verismo gretto bamale e . ' ' antipoetico. Diego Martelli crupì tutto ciò, e spronò gli amici a la- sciare da parte ogni teoria e ogni ricerca sulla maniera di fa.re , mette111do davanti a loro 1n piooo un problema più g,enerale. Anche se questo nuovo sforzo fi111i a rivelare più chiaramente le stature dei diversi artisti e il punto di crisi in cui si trovava l'arte ita- -BibliotecaGino Bianco

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