Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931

Lettere del Carducci e di Alberto .Mario a Valerio Bianchetti 281 forse questa benevolenza La tragga a stimar poi le cose mie oltre quel che valgano. P~r vero; qualche cosa ardita e nuova l'ho gettata nel campo del pensiero e dell'arte: ma l'ho gettata a tempo? bene? - Ne dubito. A ogni modo, accetto ben volentieri èh'Ella m'intitoli la sua rivista della letterat. ital. dal 15 ai nostri giorni, e sono sii.curo che Ella dirà calorosamente e argutamente cose ben pensate e ben sentite. Quanto al mandarLe tutti i miei versi, la cosa -sarebbe un po' diffi– cile, se .per fortuna Barbèra non avesse pur ora nnita la composizione tipografica. Le mando dunque la prima tiratura; non mancano che pochi sonetti in •fine, e le note. Delle copie del volume che avrò una sarà per Lei, subito che le, avrò : spero fra 15 giorni. Ma Ella, bisogna che mi prometta di non mostrare a nessuno queste prove di ·stampa, e, anche, di rimandarmele, a pena ,se ne sii,rà servito, perché ho segnato qua e ~à per quelle pagine certe note che fanno sola– mente per me, e amerei di riaverle. M-elo riprometto dunque da Lei. E mi abbia per sinceramente Suo a:ff. e obblig. GIOSUÈ CARDUCCI. Seinza data, ma posteriore, è la, seconda, che mi sembra irnteres– santissima. Qui la simpatia, del poeta per il suo giovane amico as– sume um. tono più caldlo, più sciolto, più abbamdonato : Mio caro Bianchetti, Le chiedo perdono dell'aver troppo tardato a ringraziar La del donato scritto e della lettera, graditissimi doni entrambi. Sono stato alcuni giorni in Romll!gna, e questi ultimi giorni me li ha occupati tutti il Con- gresso tipograifico. , Io Le sono riconoscentissimo della buona memoria ch'Ella tiene di me e del vivo affetto col quale Ella parla delle çose mie, sebbene l'ardore della gioventù La porti forse un po' oltre il segno. Io fra i letterati odierni sto come il Saladino nel castel glorioso di Dante, solo, in di– sparte: io non intendo la loro lingua, ed essi certamente disdegnano me infedele o barbaro (.secondo i gusti) e for-se un po' troppo schivo e restio. Il perché, lo dico senza circonlocuzioni, mi sento commosso e confortato' quando mostrano di gradirmi i giovani, e specialmente i giovani inge– gnosi e valenti come Lei. Ne' due articoli, del resto, Ella ha affrontato da cavalier nuovo ma che si sentl) già forte nell'arme ed in sella, una questione rilevantissima, sconosciuta o disconosciuta o non voluta co– noscere in Italia, e rischiosa. E tanto più coraggio ci è voluto ad affron– tarla nel Veneto, ove le menti, ingegnosissime e :finissime ed eleganti, mi paion sempre affezionate alle tradizioni, per altro splendide, di una scuola regionale che esce dal Gozzi, ondeggia tra il Pindemonte e il Carrer, e qualche volta tenta di soll-evarsi più alle parvenze di stile che non alla vera potenza lirica del Foscolo. Metta sopra cotesrto un po' d'ac– qua santa paolotta, ed ecco tutto. Coraggio dunque, e avanti. Ma vegga di essere un po' giusto col BibliotecaGino Bianco

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