Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931
272 A. Palazzeschi sieo·o sfoggiava la propria autorità, e quello del marito probabil– me;1te che sfoggiava la propria, rigidissima, dalla sua parte. In quel salotto i padroni di casa, sei ragazzi dai cinque ai quin– dici anni, rimanevano fermi e muti sulle seggiole, colle facce un po' gonfie, gli occhi sonnolenti rivolti al viso della, madre, e gli orecchi, abbondantissimi, simili a quei fantocci dei bersagli umori– stici che si fanno andare a gambe all'aria con un colpo di palla. Nessuno proponeva di andare un po' in giardino a far due salti coi nuovi venuti, né ci rivolgevano un sorriso o una domanda, una parola, né ci guardavano per quanto eravamo lunghi. Tutti stavamo a sentire la prodigiosa loquela della signora Bra– cali annuendo alle sue direttive e conclusioni che in fatto di casa e di famiglia parlava in cattedra ai suoi ospiti, fra cui la sora Vittoria che sorrideva ammiratissima : ccQuando si hanno sei :figli.... », era il suo ritornello. Mia madre coll'amica si sèambiavano delle occhiate intelligenti: ccE chi glie li aveva fatti fare? Quando si hanno sei figli, è proprio necessario diventare tanto noiosi e ridicoli?)). Appena entrati nel cancello il mio compagno mi aveva mostrato ad un angolo della casa un melograno bellissimo da cui pendevano i frutti maturi e enormi : guardò avido quei frutti e guardò me aguzzando il musetto. ccQuando si hanno sei :figli.... )), ripeteva la signora Bracali, e i sei :figli pendevano dal suo labbro quasi chiedendo misericordia, sentendosi nel dominio assoluto della madre che li mostrava col suo sorriso di trionfo come i leoni la domatrice rispondendo agli ap– plausi dentro la gabbia. Il mio amico dopo essersi divincolato per una mezz'ora sopra una poltroncina sfuggendo lo sguardo inquieto della madre che si accorgeva essere quello del proprio figlio l'unico segno di vita in quella stanza che raccoglieva tanta gioventù, esplose: ccHo sete!)). E di lì a poco : cc Io vo via)). Corse la madre a; chiudergli la bocca riducendolo al silenzio mentre tutti fecero :finta di non aver udito quelle parole. Anche la signora Bracali aveva fatto finta di non séntire. ccQuando si hanno sei figli. ... )) voleva 4ire, il suo silenzio: non si può dar da bere a tanta gente. Ma quell'anno nel salotto Bracali' c'era una novità strepitosa. Vi era penetrato un mostro che riposava tranquillo sotto la finestra, e introdottosi lì dopo colloqui gravi, matura riflessione e notti d'insonnia agitatissime : il pianoforte. Giuseppina, la maggiore dei sei :figlioli, compiuti i quindici anni studiava il pianoforte dinanzi ai due occhi vigili della madre e ai dieci dei fratelli sbarrati dallo stupore. . Sì, si erano decisi dopo matura riflessione, ché ccper una signo– rma è un ornamento troppo bello, indispensabile>). Anche i loro amici li avevano spinti a quella decisione anche ccsua eccellenza il Principe>> diceva che avevano fatto bene. Dopo la parola ccPrincipe)) BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy