Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931
270 A. I'alazzeschi ciulli, che gridavano per la campagna le loro nenie, come un canto la loro infelicità. . E 'viveva in quelle vicinanze una certa donna scandalosa chia– mata Gemma, conosciutissima, e che riempiva di sé tutte le veglie. Era figliola di un famoso mercante di cavalli detto Bestemmino per la consuetudine incallita di dire più bestemmie che parole, e be– stemmie divenute celebri, inventate da lui, passate alla posterità firmate, tanto che taluno ripetendole aggiungeva il nome dell'in– ventore o ve lo aggiungeva l'ascoltatore doverosamente; ed era giunto ad esprimersi coi propri familiari per mezzo di bestemmie a filze, senz'altra spiegazione, e quelli erano giunti a capirlo perfet– tamente. La figliola aveva continuato il mestier,e del padre dopo la sua morte; era ormai cinquantenne, alta, grossa e rossa, maschia nella figura e nei movimenti e colla voce roca, e rivile. Provava i ca– valli guidando come un uomo snl calesse, o assistendo alle prove per le strade scb.ioccando le dita e la lingua. Trattava alla pari coi mer– canti nelle fiere, mangiando con essi nelle osterie e bevendo ai banchi di mescita, o alla tavola giuocando il fiasco, discutendo e al– tercando, mostrando i pugni forti nella foga della contrattazione,, puntandoseli alle anche colle gambe un po' aperte e ben piantate sui piedi dalle scarpe scollate e piatte, e la sottana corta che la– sciava scoperte le caviglie. Tutti la salutavano con ostentato ri– spetto e la temevano, ed essa rispondeva franca ai saluti in quel– l'atteggiamento di domare e dominare gli uomini e l'opinione pub– blica come faceva colle bestie. La :figliola di Bestemmino aveva avuto un marito buono e gentile, morto giovane di un male misterioso, e dicevano tutti, avvelenato dalla moglie per la sua intolleranza di freni e gioghi o impacci, e per la sua sfrenata sete di libertà. ,Seduti in cerchio coi contadini e le donne di servizio, la sera sull'aia, questi racconti riempivano le veglie rischiarate dalla luna o da un lumino a olio pendente all'in-. ferriata d'un~ :finestra sotto la vite; le sue partite sulle piazze dei mercati, sui campi della fiera e all'osteria; nella sua casa coi gar– zoni di stalla o coi mercanti venuti per trattare. La sora Vittoria non interveniva mai in quei racconti e.il suo silenzio ne confermava la veridicità, pareva osservare ass orta l'espressione ehe produce– vano sulle varie facce. Non alzava mai la testa al cielo, che poteva sembrare un gesto di rammarico o di orgoglio, né l'abbassava per un falso pudore o in segno di debolezza, ma rimaneva al suo posto tranquilla, felice e sicura della sua presenza senza farla notare .. Ohe se c'erano donne capaci di uccidere il proprio marito per cor– rere a briglia sciolta con altri uomini altre ve n'erano che avevano agito assai diversamente, ma sia dell~una come dell'altra non toc– cava a lei il giudicare. E allorché taluno del circolo chiedeva se la figliola di Bestemmino non bestemmia,Rse anch'essa come il padre, BibliotecaGino Bianco
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