Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931

Sta1npe dell'Ottocento : la sora Vittoria 267 fretta quando si accorga dalla temperatura del proprio corpo di esi:;ere rimasto scoperto. Gli occhi enormi gli si chiudevano spenti sotto le arcate boscose delle sopracciglia, il naso aquilino pareva colargli nella bocca il cui labbro inferiore penzolante mostrando la lingua grossa lasciava scivolar le parole come l'acqua il masche– rone di una fonte. Il contadino che gli serviva la messa sembrava sempre pronto per raccattar qualche cosa che gli dovesse cadere, e nel maneggiare le ampolline era più il vino che andava sulla tova– glia che-quello dentro il calice. · Per quanto durante la strada ci venissero ripetute raccomanda– zioni a dovizia, col mio turbolento amico qualche cosa di strambo succedeva sempre durante la messa. Dopo avermi fatto un segno di richiamo faceva il verso al sacerdote tirandosi giù colle dita il labbro inferiore; ridevo un poco o rattenevo il riso con molto stento; o nell'istante del massimo raccoglimento diceva forte : «Uffa! io vo via!>>. Al Sanctus lui non intendeva di piegare la testa ma voleva vedere quello che faceva il prete, io invece la piegavo ma guardavo di sotto forse pensando che quello che non sì doveva vedere dovesse essere la cosa più interessante. E gli davano libri, santi, corone, me– daglie per tenerlo fermo, ma di tutto si stancava subito e finiva per mugolare tediato: « Quando si va via? ... >>.Una mattina per ottenere uh premio ambitissimo rimase fermo e muto per tutto il tempo della messa e alla fine, mentre ognuno al colmo dello stupore si stava felicitando con lui, nell'uscire rovesciò una panca che caòde scuotendo la cappella con fragore di dinamite. 1Mezz'ora della sua vitalità compressa aveva prodotto quel rumore. All'uscita si sparpagliavano per la campagna i vestiti multico– lori, gli ombrellini delle signore e i fazzoletti delle contadine, tra gli •olivi e i vigneti, per stradette sassute fra due siepi, o viottole erbose in mezzo ai campi, allontanandosi piano piano fino a scom - parire raggiungendo le case. I giovani babbi che si erano alzati tardi ci venivano incontro e incominciavano a fare 'il chiasso con noi che come cani cuccioli sal– tavamo alle loro gambe, e per tutta la giornata rimanevano smar– riti in quella inoperosità costretta incominciando e lasciando cento giuochi, anch'essi come fanciulli che non sanno più che cosa inven– tare per divertirsi. Ma l'ora del pranzo ripagava tutti del- disagio arrecato dall'ozio e dall'assenza di ogni distrazione, mettendo addosso ad ognuno un grande fervore per quell'unica azione della giornata. La sora Vit– toria in capo di tavola presiedendo la mensa l'avresti detta quasi ghiotta, tanto partecipava lieta a quell'aspettativa, assaggiando un pochino di tutto e pronunziandosi sulla buona riuscita delle vivande con due o tre sì del capo o piegandolo indulgente quando le pa– reva che avrebbero potuto riuscire anche meglio, specialmente la BibliotecaGino Bianco Fondazione Alfred Le~ Biblioteca Gino Bianco

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