Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931
258 A. Palazzesohi avevano tutta l'aria di chiedere il passaporto. Fiesole è una città con tutte le sue attribuzioni, e più antica di Firenze a quanto pare, anzi la madre addirittura come dicono i fiesolani che guardano i fiorentini dall'alto come' una prole sospetta, e non han tutti i torti poveretti, che le informazioni in proposito non sono rassicu– ranti, sentite questa : Ma quello ingrato popolo maligno che discese da Fiesole ab antico, Io vi domando come si possa fare a volersi bene in questo paese dopo che i nostri maestri ci hanno dato insegnamenti di tale specie. Se qualcuno ci domanda di dove siamo, quasi quasi c'è da vergo– gnarsi a rispondere. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; gente avara, invidiosa e superba. Se avete qualche cosa da aggiungere per conto vostro, fatevi sotto, che questo è il momento giusto. E tiriamo via se chi parla fosse di Roccacannuccia o di Fibocchi, ma si tratta di un fiorentino puro sangue. Faccian le bestie fiesolane strame di lor medesme .... Venite venite nella città dei fiori! Ciò è detto in sede di altissima cristianità, figuratevi il resto! «Perdonate!)) diceva Cristo, pove– rino, né si stancava di ripeterlo : «Perdonate!)). Ma i cristiani sono rimasti sempre un po' duri da quell'orecchio. E non bisogna mera– vigliarsi d'altra parte se i fiorentini voltandosi in su con un sor– risetto di compassione sembrano rispondere a loro volta : « ,Madre quella? Ah! Ah! Neppur cugina)). Queste dunque erano le villeggiature, e da tutte più o meno si vedeva il cupolone senza bisogno di cannocchiale. In quei paesetti la colonia dei villeggianti diventava una fa– miglia; si riunivano la sera sulla piazza al caffè, e il giorno per fa1· passeggiate, colazioni, merende; o a turno nelle ville e villette degli amici, dove si facevano due salti e quattro chiacchiere, con qualche biscottino, il cocomero messo in fresco nel pozzo, la schiac– ciata coll'uva, un bicchierino di vino santo dell'acqua macchiata con un po' di amarena o di fumetto: con dinque lire si potevano ricevere onorevolmente parecchie diecine di persone. E ci mette– vano le radici per modo che si sentiva dire: « Noi si va al Pian de' Giullari da quarant'anni.. .. e noi alla Certosa da trentasei )). Non erano molto dinamici i nostri babbi e nonni e sventolando il fazzoletto dalla finestra, dall'uno all'altro pa~se si potevano salutare. BibliotecaGino Bianco
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