Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931

360 B ULOW, Memorie, II Può essere che a questo procedere, piuttosto che analitico, frllimmen– tario a questa mancanza a.( piani e di prospettive, il Biilow fosse in– dotto' dalla sua conformazione mentale e dalla sua indole di narratore aneddotico. Ma vi ba contribuito certo il suo interesse personale. A narrare ordinatamente, esaurientemente·, la crisi marocchina o quella bosniaca, s'incappava in pieno nel problema di valutazione p_olitica. L'andamento ariostesco faceva gioco, invece, a Biilow per evitare un giudizio sintetico, approfondito, e far buona figura nei particolari. Far buona figura: ecco la preoccupazione principale del narratore. In tutta la prima crisi marocchina del 1905-6, dalla conclusione dell'entente– franco-inglese çhe ne fu il preambolo sino a,l termine della conferenza di Algesiras, un solo punto è messo chiaramente in luce: la caduta di Delcassé. Appunto perché quello fu il trionfo di Biilow. Naturalmente, questi afferma che la conferenza di Algesiras ·andò benissimo per la Germania (anche meglio sarebbe andata senza il nervosismo di Gu– glielmo II); ma si guarda bene di farne la- storia e l'esame. L'isolamento in cui apparve la Germania, col suo « brillante secondo » (secondo il famoso telegramma di ringraziamento del Kaiser al ministro degli Esteri austriaco), è ignorato completamente; taciuti gli sforzi vand per far agire gli Stati Uniti in favore delle tesi tedesche; dimenticati i ma– lumori guglielmini contro l'Italia. A dar retta al linguaggio delle Memor-ie, Biilow verso l'Italia sa– rebbe stato sempre pieno di cordia.Jità. Ma non è vero nulla. I docu– menti, - documenti tedeschi, •- testimoniano come il suo atteggia– mento primiero fosse quello dell'indifferenza. La Triplice, pensava Biilow (cioè scriveva) nel 1901-2, non era per la Germania uaa questione vi– tale. Non si trattava solo cli linguaggio diplomatico per influire sui governanti italiani: no, la persuasione di Biilow er_;:i,, che la Germania non avesse più da t<'lmere un attacco concentrico. Proprio quando si preparava l' Einkreisung ! Si ca,pisee, che, lvic f1·etus, il geniale cancel– liere, che tratta ad ogni passo da stupidi o da bambini i suoi compa– trioti, guardasse dall'alto al basso l'alleanza italiana; non si preoccu– passe troppo, per lungo tempo, di concludere nulla di serio, di stabile colla Russia o coll'Inghilterra; lasciasse cadere nel giugno 1905 le avances di Rouvier per_una larga intesa franco-tedesca. Tutti argomenti, naturalmente, su cui mvano si cercherebbe lumf dalle Memorie. Come nessuno, leggendole, sospetterebbe mai la condotta stranissima, - im– pasto di prepotenza assurda e di oblios'a remissività, - tenuta dal Biilow col governo italiano a proposito della visita di Loubet in Italia nel 1904. Il presidente della Repubblica doveva esser ricevuto qui e non là · dove– vano renderglisi gli onori con il contagocce di Biilow : nel brindisi del pranzo al Quirinale si doveva, da parte italiana far menzione della Tri- 1. ' p ice Alleanza ( !) ; a Napoli non ,si dovevano far brtindi,si. Dal contegno italiano sarebbe dipeso il mantenimento dell'alleanza. Giolitti e Tittoni te~merO a bada l_'irato pedagogo ~iilow ; e poi gli dettero retta come ghela dava Gughe~mo II, ma con più ragione di questo. E l'alleanza non fu disdetta da Biilow. Ogni tanto, però, l'aibile narratore si lascia sfuggire confessioni preziose. Oosì, ci ricorda, che la. frase « fedeltà nibelungica» per la BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy