Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931

Cinematografo 1930 205 loro bei giorni, ci s'accorgerà, penso, che una grandezza affatto nuova può nascere da questo nuovo balocco. Sarei stupito che non consistesse essenzialmente nella discordanza fra parola e mimica. La parola produrrà degli effetti d'insospettata profondità, ma solo a patto che si scinda dalla mimica un dialogo superfluo e tosto in– sopportabile». E cioè, precisando e allargando, parole e rumori, canti e suoni non acquisteranno legittimità che se adoperati con– trappuntisticamente; non che sia assolutamente da escludersi l'uni– sono, e cioè il sincronismo tra figura e suono, ma sarà da adoperarsi secondo l'esempio dei grandi sinfonisti, solo in rare e più che tem– pestive occasioni. Ho accolto con entusiasmo le possibilità suggerite da un film come Ombre bianche) che ho chiamato un poema sinfo– nico ; ma sia chiaro che non intendo limitare tali possibilità a un genere musicale tipicamente straussiano. Penso anche e sopratutto alle grandi classiche sinfonie ricche di tutte le libertà che occor– rendo s_apevano prendersi un Mozart o un Beethoven ; penso pure a una nuovissima forma di «opera», di « melodramma lirico>> in, cui confluissero le più varie e alte suggestioni, dalla Tragedia greca a Wagner, da Monteverde e Handel a Mozart e Verdi. E aderisco a quel che Gide scrive a proposito di Hallelujah!: «Vintéret que Fon prend à Hallelujah ! petit se passer de la compréhension des pa– roles)· mais le peu que j'en ai pu saisir me laisse supposer l'impor– tance de lenr appoint. Quant à celui de la musique) des chants) des choeurs, des cris) des interjections de la foiile) il se confond de la manière la plus heureuse aux mouvements d)ensemble, au point que r on ne peut imaginer ce film privé de cet élément musical qiti fait d)Hallelujah ! une sorte de symphonie arvec des allegro, des andante, des largo, des presto agitato, où la parole elle-meme rie se mele que camme élément rythmé >>. L'edizione di Hallelujah! che si proietta attualmente in Italia è notevolmente mutilata : sforbiciata via un'intera parte, soppressi tntti i dia-loghi e parecchi degli accompagnamenti di spirititals) i canti religiosi negri. Lo squilibrio che ne risulta è piuttosto sen– sibile, ma dai pochi brani integrali ci viene tuttavia il senso di una grandezza tragica indubitabile. Intanto questa folla d'indigeni (gli attori son tutti negri senza eccezione) ci conquide colla sua larga naturaJezza primordiale che tien del biblico. Vien fatto di pensare che da Cam in giù (e lo osserva-:_va uno spettatore francese) non c'è al mondo che la razza negra. Razza dolce, musicale, voluttuosa, lenta ma, pur nella cattività, vigorosa, pronta ai più passionali trasalimenti e tutta percorsa da una infinita mistica nostalgìa. In Hallel1ijah! ci è narrata la vicenda di un giovane, Ezechiele, che per riscattarsi dalla colpa di aver ucciso il fratello, (e l'omi– cidio avvenne involontariamente nel parapiglia di un incidente di gioco provocato da una donna in una bettola), s'investe della BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy