Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931
194 A. Bonsanti avvènimenti del gior,no erano già lo,ntami; le persone incontrate sbiadite, fisse i!Ilun gesto, ,messe i,n ·serbo per i ricordi. L'aspettava la solita ;vita, che a,veva anch'essa la sua pace. Finalmente, senza che niente la an!Ilunciasse, scorse um.a stra– dicciola, a destra, dipartirsi d'alla via maestra. Si fermò: udì U!Il lO!Iltano suono di 'Voci, dei rumori, ed era certamente la luce ,del fanale rosso della locanda, quel chiarore che le appariva fra le te!Ilebre, fioco, diffuso, ma fermo. E quella stradicciola era la nota, che menava alla gran porta verde sui campi. L,a prese, senza più correre, senza più lena, la percorse traballando sui dottoli, giunse al muraglio[le merlato. La porta era chiusa; spiò d'a una fessura, vide il cortile vuoto, deserto, arguì che la comitiva non fosse anc6ra tornata. Bisognava entrare. Raccolse um.sasso, batté qualche colpo. L'abbaiare dei cani le rispose, l'ululare del masti[lo i[lcatenato. Qualcuno venne ciabattaindo, aprì lo spio[lci,no. L'Adriana vide un occhio fissarla, udì um.'esclamazione di sorpresa. Con un rumor di catenaccio l'uscioli,no ricavato i!Il un, battente s'aprì. Era un servo a lei sco1I1osciuto,ma che doveva CO[loscerla. Si levò il berretto e si trasse da parte, pur porgendole il braccio per aiutarla a varcare lo scalino, salutò: - Bentornata, Vossignoria; - ma non ciera ,nes– suna canzolllatura ,nella sua voce, piuttosto della curiosità [lel suo sguardo. - Grazie, - rispose l'Adriana, - grazie. - Attra-. versò il cortile, si diresse verso l'andro[le, camminamdo rapida ac– costo ai muri. Nel salone avevano acceso i lampadari, e le candide tavole ne erano illuminate, 111e Sci!Iltillavaino dai cristalli e dagH argenti. Fece le scale e anche qui nessum.ola vide, percorse il 0orri– doio; raggiu111to l'uscio della sua anticamera, girò la maniglia, aprì. La Maria era seduta al tav-olo di mezzo; curva, aguochiava. Chiese : - Ohi è? - e alzò la testa dal lavoro. - La Signora! - Fu in piedi, le corse inco111tro: sul viso le si leggeva u!Il'ansia sincera, un grande affetto, u111a gioia. - La Signora!. oh, benedetta, che l'abbiamo tanto cercata che ci ha fatto stare tanto male. ' - Eccomi, - disse l'Adriana. -:- Sono stata via un po' troppo a lungo, ma son tor1I1ata, vedi. . - Ma dove è stata, che il ,Signor Oo1I1te no111 ha avuto bene ha passato una giornata d'inferno ? ' - Mi ha cercata il CO[lte? gli dispiaceva che me ne fossi aind'ata? Ha sofferto? Ma tu gli avrai detto che ritor111avo. - Gliel'ho detto, ma IIlOncontava. E insieme a Dome111icoha girato a lungo pei mo111ti, e chi poteva, della locanda, è andato con loro. · . - Va' da lui, digli che sono tornata. , - Ma di dove, Sigmora, di dove ? - domandò la cameriera e lllOIIl c'era curiosità 111elladomanda, ma aff~ttuoso interesse. ' BibliotecaGino Bianco
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