Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931
1 capricci deW Adriana 187 l'impannata e gli scuretti, e disse : - Andate pure, - alla donna che le chiedeva se desiderava altro, e che uscì dopo averle augurato buolll riposo, chiudendo l'uscio dietro di sé. L'Adriana si ranlllicchiò più che poté, si tirò la ooperta fin sotto il mento e stette immobile, sente1I1dio i battiti del cuore. Volle pensare a quam.to avrebbe fatto al su0 risveglio, illlgoiò ancora dell'amaro, si disse che avrebbe chiesto al conte di presentarla al Duca, lei sola, vide ullla gralll sala luccicante e insieme uno per uno i volti degli amici, il grassone, il marchese, il Mel'catini, la bella pisama e, unito a questi, quello smarrito del co1I1tadinello, vide una 0orsa di carrozze velocissima, e lllembi di polvere levarsi, che le nascondevano tutto, e non valeva cercar di vincere il mistero della cortina ; udì un rumor di stoviglie urtate, degli urli, un abbaiare, poi non udì né vide più nulla e cadde finalmente in un sonlllodi piombo, continuo e senza sogni, che doveva ristorar la della grande stanchezza. E fu veramente tamto filato e tranquillo, che quando aprì gli · occhi e, cessato l'immediato stupore dii quella carnera insolita, pensò ' ai fatti suoi, credette di aver dormito Ulll attimo; rna un certo lam.– guore nelle membra riposate, un bisogno di contrarle e distenderle per sciogliersi da quel torpore, gli occhi pesanti, e nello stesso tempo al di fuori un suono diverso dei rumori, più libero e arioso, e il pi– golare dei polli raccolti sull'aia per l'ultimo becchime, la resero accorta di un sonno più hingo. A confermarla in ciò, quella solita campana batté l'ore; non riuscì a contare i rintocchi, presa alla sprovvista, ma furono certamente più d'i quattro, ovattati, lontani, come disciolti in ulll.,aria fermissima. Rigettò la coperta, balzò dal letto e si diresse verso la finestra. La luce che filtrava dagli ·scuretti era grigia, da tardo pomeriggio. Spalancò le impannate e si sporse: fai mezzo all'aia la contadina distribuiva a manciate il becchime ai suoi polli, togliendolo dal grembiule ripiegato e retto per le cocche; come vide la caIDtante apparire alla finestra : - Buona sera, Signora, - le disse, - ha dormito ? - Booe, - rispose l' Adiriana e chiese : - che ore SO[lO ? - So!PObattute -adesso le sei, - rispose la buona donna, - e la carretta è pronta per quando la Signora vorrà tornare alla lo– canda. - Le sei! Eccomi, - urlò la cantante. Lasciò la finestra; vide ulllo specchio dalla luce illlcerta e vi corse. Accomodandosi i capelli pensava oon dispetto a quel pome– riggio perduto. Di fronte al conte avrebbe fatto la sdegnata: si mise a, ricercare un appiglio, UJnascusa, qualunque che la memoria poteva suggerirle, una mancam.za di lui recente o am.chelontana, che µotesse doventare un pretesto, una leva per attaccare prima d 1 essere attaccata. Avrebbe fatto l'offesa, la trascurata, Ì!P modo però che dal tono della· sua voce trasparisse una sofferenza e che era l'amore BibliotecaGino Bianco
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