Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931

161 A. Bonsanti viene ill1 luce e dimostra,ndosi quell'unico il quale· teneva l'anima in sospeso e gli altri sorti in dipendenza di lni, riempie di sé solo la mente e chiede tutte le cure, la persona che i11.1 se medesima lo ali– menta cerca appartarsi e sfuggire a ogni altra fa.ccenda, c,osì essa provò più che ma,i il bisog1nodi sottrarsi alla brigata festosa e alla presenza d~l conte. ,Mentre rimuginava il modo, e che se si fosse messa in letto non avrebbe potuto impedire al conte di venire a trovarla e starle vicino, sentiva sempre più vincerla la rabbia della propria impotenza, e quell'aprirsi della mente, quella chiarezza celeste di poco prima, già oscurarsi a tratti e impallidire per questo 11.1uovo travaglio, e lei a faticare, stare in pena e richiamare tutte le forze della me– moria per 1110n vedersela interamente svanire, simile al bambinello nel sogno che leva le braccia verso una colomba in v-olo, e trepido e cauto tenta afferrarla: or s!avvicina quella, e sembra arrendersi, ora d'un balzo si rimpiatta fra le nubi. Intanto, e pur combattuta e afflitta da questi sentimenti, veniva via via assec,o,ndanclo l'opera della cameriera che la vestiva in si– lenzio e che, certamente ignara, di quainto profondo fosse il turba– mento della padrooa, intuiva però che le conveniva tacere. Dalla strada giunse un trottare serrato e ancor lontam.o che si fece a mano a mamo più sciolto e incomposto, e· venne a morire da– vanti all'entrata grande della locanda. Si udì UJllO scalpitare,· u1110 sbuffare di cavalli am.simanti, e irrequieti per la lunga corsa: uno nitrì, altri risp,osero: fu un concerto i,natteso. Delle· voci si scam– biarono saluti, i11.1cominciaro1110 un dialogo; una, chiaira e disti11.1ta, 'urlò : - Buon giorno, marchese, la luna in qnintadecima .... L'Adriana si riscosse, le idee, i fantasmi svanirooo, come sciolta da un sonno si vide nello specchio e ,già indossava l'abito. La Maria, discosta, la guardava attentamente, aggrottata in volto e teneva in mano degli spilli. - Si volti, - le disse, e ,chissà da quam.to tempo la cantam.te obbediv;a alla voce della cameriera, senza avvedersene. Si volse ancor questa, volta sul fianco, disopra alle spalle lanciò uno sguardo allo specchio e gettò un grido d'orrore. - Cos'è questo, Maria? Come sta que·sto vestito? La Maria no:n rispondeva e tentennava il capo, scoraggiata: L-a vita troppo larga e lunga toglieva alla cantam.te la sottio-liezza della dntub1, l'eleganza del busto; r1bbassand-ole i firun.chi,'"' la rend'eva goffa. Sollevò essa la sottana, ra-c,cogUendo nelle mani un buon palmo di stoffa oode correggere il difetto, si rifece davanti allo spec,chio : il :fiscilhtroppo grande, enorme, arrivava a mantella s:i,no allo sboffo delle maniche, scendeva lungo sul petto mascherando la ric,chezza dolce dei seni. · - Com'è orrendo questo vestito!, -esclamava l'Adriana e lo mo– dificava,or qua or là, costringendo la stoffa con le dita impazienti i11.1 BibliotecaGino Bianco

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