Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931
I oaprfpoi dell' .Adriana 159 si era decisa Ìil1 qu~l giorn10, ed anche adesso che pareva dipendere solamente dalla sua volontà, era guidata da mille impegni 1lllloper uno ridicoli e di nessuna importanza, ma che· tutti rnsieme la te– nevano prigioniera meglio di una massiccia catena. Quel suo stesso spirito vivace, quella sua briosa intelligooza che continuamoote si m3inifestavano nelle brigate allegre con argute proposizioni e in– venzioni piacevoli, le avevan prestato un carattere da cui non era rfacile liberarsi. N 001 che ella ne soffrisse cosciente·, o le fosse di peso trattare con gli altri secondo quel modo fantastico verso cui l'avevan condotta una prima naturale i,nclinazione e il convinci– mento che il sorriso sulle labbr;:i, fosse 1llll'arma potoote per chi si trovava 1I1ellesue condizioni, poiché amzi all'una e all'altro s'era aggiunta la forza dell'abitudine, ma quei vòti improvvisi che la sor– prendevano a volte lllel bel mezzo di una conversazione dilettevole o di una compagnià più intima e gradita e, più di frequente, nei mo– menti di solitudine, e che, facendola dare· in subitanee escande– scenze e stizzose follie, confermav~no la fama delle sue str3illezze, norn erano poi se non delle improvvise luci che le mostrav3illo quanto povere e insulse fossero le cure che riempivano i suoi giomi, quanto avvilente lo sforzo di sostenerle rnon confortate da uno scopo mi– gliore, e illlsieme le davano il desiderio di un qualche cosa a lei sco– nosciuto, ma che doveva esistere, il quale la ripagasse degli am.ni perduti e dell'uso imperfetto che ne aveva fatto, pales3illdosele come una promessa d!i un avvenire più certo e tranquillo; ed era ullla vo– glia di bene forse, certo ulll'impetuosa scontentezza della vita pre– sente e la speramza di mutarla. La .Maria le formava i boccoli con un sottile cannello d'avorio, avvolgendoli lenta e precisa, poi rapida liberandoli con un :i bile volger del polso, e essa vedeva nello specchio la propria immagine inquieta co1I1trolo sfondo obliquo, verde e nitido dei monti, e quei · sentimenti che la vista della campagna aveva risvegliato in lei, sor– retti da quell'appiglio, si mantenevano vivi e le affollavamo l'anima, mentre i ricordi sorti dall'aspetto delle cose simile all'antico, si precisavamo 1I1ellaconcatooazione delle vicende, ritrovavamo il loro posto e la f.acevano soffrire. Erano ricordi, i più, di vicende comuni, come son quelli della maggior parte dei viventi, ricordi che a ren– derli singolari; è il loro effetto su chiascheduno che in ciascheduno muta, e le reazioni che ne son frutto, più o meno potenti, più o meno visibili, sicché un evento per molti insignificante può divenire in altri avventuroso e scabro, un'esistenza quieta e insensibile alla superficie essere la parvenza di 1llll'indole tempestosa, come di certi mari che celano correnti nel fo:ndo; ricordi di una vita in appa– renza almeno facile e spensierata, ma ciò che vi leggeva in quel– l'istante chi li aveva vissuti era intricato e incerto, cooduceva a una gora stagnante. Quella stessa natura sorpresa al suo risvegliarsi, bliotecaGmo Bianco
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