Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931

I capricci dell'Adriana 157 lenta, attraversare poggi distesi e molli coperti d'olivi e perdersi là di dove spirava un vento dal sapore marino ; vedeva un cielo puro sopra una terra docile e grata. Urn gregge che apparve oncloso sopra una strada scoperta le strinse il cuore, ché si risovvenrne di lei me– desima scalza e bambinella, di un grosso C3Jllegiallastro. Si udivano i fischi dei pastori, laceramti, che le valli chiudevano e prolunga– vruno, l'uggiolare dei cani dai cascinali qurundo i rumori nella lo– crunda sostavano, e voci di villarni -dai campi, dove i buoi passavano solenni. Il pa,ese raccolto laddove la valle s'apriva mostrava i tetti rossi, e tra le a,rcate della torre si scorgevano le camparne riposare. - Ohe pace !, - esclamò l'Adriana, e appoggiò la fronte contro lo spigolo nudo della finestra. Si sentiva fresca e pura, senza pensieri e senza immagi111i,senza tempo, urn po' smemorata. Quella era la terra dov'era nata e cresciuta, quelli gli alberi alla cui ombra dor– miva, quelle l'acque che l'avevano ·accolta illei meriggi estivi, e le voci sonore e immuta,bili erruno dei suoi, ed anche le bestie inrno– centi la riconoscevano. I pagliai riuniti irntorno all'aie richiamavruno lo sguardo, chiudevano un ciclo di lavoro con la loro presenza. - Ma.ria, vedi quella casa sul colle, a sinistra, presso quegli alberi alti ? - Vedo. - Mi ricorda ... , - ma tacque, e la Maria non seppe qual ricordo risvegliasse nella sua padrona quella casa bassa e quadrata, cir– condata da un boschetto di pillli. Guardava anche lei, u,n po' indie– tro, ma ancorà nel vamo che i muri spessi formtwarno profondo, e rnon è a dirsi che anche a lei non venisse u,na limpida quiete ·da quella, visione, ma non tutti possono dimenticare, perdersi; i padroni forse, rnon chi deve servire; e stava inquieta ndoodo l'ora trascorrere. - La signora prenderà freddo, la tosse, non potrà cantare, - disse premurosa. Ma l' Adriarna rnon ascoltava; viaggiando, ritrovava per questa la sua vera regione, altri colli più austeri e pirunure più vaste che intermirnabili file di pioppi solcavano lungo i fiumi accidiosi sotto uin sole implacabile. - Ohe mondo! - esclamò l'Adriana con mera– viglia candida. Era un mondo, quello, finito, dove molta gente vi– veva e moriva stretta fra orizwrnti l'umo all'altro visibili. Ciò sentì la ca,ritante come una verità, una nostalgia, non chiara a se mede– sima, rnon spiegata, ma come vuole la felicità completa, formata da un misto di sentimenti nebbiosi che dava-no benessere e rifuggivamo dalla determinatezza. Poi lo sguardo lasciò quel panorama lontano, incontrò la via maestra, la seguì fino al muro di cinta, scese nel cortile. Irn quel mentre i carri delle provviste se ne rundavano tra– ballrunti e le ceste vuote sobbalzavano agli urti. Raggiunta la strada, i carrettieri schioccarono le fruste e incitarono le bestie a grarn voce. Presero queste il trotto e presto il oonvoglio sparì cigolante ioteca Gino Bianco

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