Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931
154 A. Honsn,nti sarebbe stato tradire rispondere, ma doventavano inutili innanzi all'ostinato tacere della cameriera Ma,ria. La quale era giovane e vezzoAAquel tanto che bàsta per far girar la testa a chi se ne fosse incapricciato, ed anche qualcosa di più, talché non le mancavamo . adoratori, ed amzi più di un signore, respinto dalla padrona, aveva lascia,to intendere aHa serva che 111011 si sarebbe mostrato restio a consolarsi con lei. ,Ma nessuno in nessun caso trovò da ridire sulla condotta della Maria; e poiché, giovane e vezzosa, :fina ed accorta com'era, non si poteva pensare che si fosse..sempre sottratta a quegli omaggi, bisognava concludere che usasse dell'abituale discrezione nei suoi trasporti amorosi. Fra tante virtù ne aveva poi un'altra, che non è delle meno e tutta donnesca : di non poter stare con le mani in mano. Così ad:esso si era ricordata di quelle tali cuciture malfatte e .sj e·ra messa di buo111a voglia a rimediarvi. Era un vestito nuovo che la cantante doveva indossare quella mattina, un vestito venuto ~ da Milano a cui essa teneva. Mentre l'ago condotto da una mano de– licata cuciva, la Maria pensava all'incuria delle sarte, alle· rifiniture frettolose e al gran pl'~zzo di quell'abito riccò e imperfetto, e amche a chi l'avrebbe probabilmente pagato, quaindo uno scalpicciare sul pianerottolo e un timido bussare all'uscio le fecero alzare il capo. La bussata si ripeté più forte; - Eooomi, vengo, - fece la Maria quasi sottovoce, s'alzò e s'avviò verso l'uscio a passi leggeri. Aprì. - Ci ho il latte p'er la signora, - disse una voce. - Entrate pure. La Maria si trasse da parte senza abbandonare la maniglia, e non appena chi recava il latte ebbe varcata la- soglia, se1J1za far ru– more richiuse. Era UJnaserva della locamda, una ragazza dici,ottenne birunca e rossa che si chiamava Palmira. Portav!l, sopra una povera veste di ri– gatino un grembiule di battista; pieno di galee trine, ma le mainiche rimboccate sulle- braccia grassocce e le mani arrossate, dimostra– vamo che si,pre!Ildeva dalla fatica del lavatoio. - È munto d'orà, - aggiunse, e prima di-pos~re il bricco sulla tavofa,, sollevò il coperchio e mostrò il liquido denso e tèpido. Era abitudine della cantamte bere a digiuno una ciotola d.i latte, le una volta nei dintorni di Parma i suoi compagni di ca,valcata l'avevam vista con terrore chinarsi e mungere con le sue· mani tanto poco si curava di nas00111dere che era nata contadina. ' - La signora dorme sempre, - disse la cameriera - ,e biso- gnerà svegliarla. ' La ragazza si era avvicinata alla seggiola su cui posava il ve- . stito e guardava rapita. . - ~occa, se vuoi. Nori si sciupa, - disse la cameriera, poi preso 11 vestito lo soUevò e lo mostrò d'ambo i lati. - La trina viene di lontano, - spiegò condiscendente, - non si trova da noi. BibliotecaGino Bianco
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