Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931
141 \ L'anAO di Carlo Alb,rto '- .,...}_~_p_o_l_a_m_o_r_t,e~d-e-_l-p~a-dr_e_,_b_e_n_e_m_e_r-ito--q-u-am-t'_a_lt_r_i_ -d-~-l-r1 1 ic_o_n_o_s c i- mento. inwrnazioillale del diritto della linea di Carigmamo alla suc– ces13ioneal trono, i rapporti tra lui, in quel momento segretario di Stafo per la guerra, e il suo antioo pupillo si eramo turbati dolorosa– mern,teduramte gli avvenimenti del marzo '21. Noill mancò chi, ca-· 1 lunniando entrambi, rese più aspro il distacco, fortunatamente solo temporaneo. Ma per quegli anilli se ne hanno riflessi ingrati cosi nel primo dei memoriali di Oarlo Alberto sui moti del marzo e illella corrispondenza di lui con gli amici, oome nelle Memorie del Saluzzo. Ed è in queste che, .a chiarimento della illostra lettera, troviamo sulla permrunenza viennese dei cooti di Saluzzo questo passo: «J'y trowvais la Princesse de Montléart, m,ère du Prince de Oarignan. Ce fut po1-irmoi un bon-heivrvéritdhle de la revoir après tant d'an– nées, de la trowver toujowrs également bcm,ne et bierweillante, de pouvoir liii oiivrir mon, coeiir oppressé par tant de cruels travers et de troiwer en elle cons·eil et consalation >>. Contro il ·linguaggio inusitato che la madre gli ha tenuto sotto l'impressione di questo colloquio, reagisce Carlo Alberto con la let– tera che qui si dà in luce per la prima volta. Essa è veramente, come egli st;esso la chiama, « una professione di fede>>,quale egli deve solo a lei, a sua madre. L'epistolario carlalbertino di quel periodo affannoso oonosce già altri sf.oghi di quell'animo, esulcerato da cosi dolorosi eventi, da tante insidie, da feroci calunnie. Ma- nes– suna sua; lettera può uguagliare questa. Alla Madre, alla Madre soltanto, egli ripete, darebbe ogmi giustirficazione, farebbe og,ni coillfessione che rifiuterebbe a ogni altra persona al mondo. Nel seno materno egli versa la sua amarezza, ma insieme nell'occhio · sacro della maidre egli specchia la sua innocenza. Respinge sde– gnoso gli attacchi dei nemici, inflessibile ne' suoi principii che si glorierà sempre di -affermare· Ìill faccia !li tutti. E gridando la ret- . titudine, la purezza delle sue intenzioni e della sua opera, confida bensì misticamente a Dio il giudizio della sua coscienza, il trionfo della sua causa in compenso di tante calunnie e persecuzioni; ma, come respinge l'accusa di aver oomunque compromesso i ribelli, rivendica con acCeillto solenille nella sua semplicità l'ooore del suo Piemonte dopo la rivoluzione. NOIIl si leggono senza commozione queste parole del Principe : « N otre révolution est loin de me faire mésestirner mon pays .... Sous tous les rapports, m'estime infiniment heureux d' étre Piémontais >>. Colui che con tanta :fierezza proclamava, in quel momento, l'or– goglio del suo Piemonte, mortificato dall'occupa,zione austriaca, ben avrebbe meritato di proclamarsi Re d'Italia. FRANCESCO SALATA. BibliotecaGino Bianco
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