Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931

138 F. Sala,ta Non potrebbe l'Accademia d'Italia più nobilme111te iniziare le sue pubblicazioni storiche. Al piano dell'edizione la stessa ampiezza e varietà e delicatezza del fondo conservato in Torino imporranno limiti evidenti e doverosi. Sola l'Accademia d'Italia ha l'autorità e la possibilità di tale edizione veramente monumentale. Anche Carlo Alberto scrittore potrebbe tenta.re. Perché non ri– fare con criteri non soltanto storici e non per una sola fase della ' ' .. vita di lui, il florilegio composto, trent'amni fa, da Vittorio Fiorm1 da scritti e lettere di Carlo Alberto per il solo moto piemontese del '21? Lettura interessante e piacevole sono runche i Memoriali di Carlo Alberto, riullliti, tradotti e illustrati dal Gallavresi (1922). Al di sopra del puro valore letterario od estetico sul quale, a fronte di chi esalta Carlo Alberto scrittore di razza, si trovò chi gli riconobbe fin dalla giovinezza velleità ma non attitudini letterarie, non può dubitarsi che ullla raccolta di pagillle scelte da' suoi scritti, dai Oontes moraum pour fEnfance (già tradotti in italiano) sino alle Refiemions historiques di estrema rarità e da considerarsi come inedite (,se ne conservano solo quattro o cilllque esemplari super– stiti dalla soppressione ordinatane dallo stesso Re appena com– piuta la stampa, nel 1838) ; dai memoriali e dai clia,ri alle lettere e ai discorsi, dai proverbi raccolti e annotati alle commedie scritte 1 ) o tracciate (in una, commedia che aveva per soggetto la rivoluzione del Ventuno, l'informatissimo Manno assicura che« alzava certe ma– schere!»), da altri scritti a:nche inediti; ,nessuno, crediamo, può dubitare che un'amtologia come questa formerebbe uin libro di alto pregio nazionale e del più largo interesse. Sarebbe mezzo adatto a divulgare, anche tra, chi non ama •O non ha familiari più ampie let– ture storiche, la conosce111za, delle idee civili e religiose di Carlo Alberto e della sua concezione politica dello Stato, la venerazione per la sna personalità, per la sua opera e il suo martirio. Se anche in gram parte dettate in francese, - e se ne potrebbe curare la tradu– zione, - queste sarebbero, amico Ojetti, veramente degne di stare tra Le più belle pagine degli scrittori italiani) se, inizirundosi oon i ricordi dell'infanzia, tra.vagliata dall'invasione nemica e dall'esilio si chiudessero con i discorsi e i proèlami del Quarantotto e con 1~ parole estrem~ pronunziate dal Re abdicatario da un più eccelso trono, quasi dal letto di morte, in Oporto, alle rappresentanze del Parlamento Sùbalpino. - RileggiamonP due sole, di queste grandi pa,role: «Nonostante la 1 ) « J' ai composé une petite comédie que je m·e fais grande féte de vous Ure ii, scrive il Principe al Robilant (18 luglio 1828). Il Manno parla di « traccia di una commedia i>. BibliotecaGino Bianco I

RkJQdWJsaXNoZXIy