Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931
L'anno di Carlo Alberto 133 la forza dei documenti, quando si diano, come quel maestro voleva, '<< interi non solamente nel testo, ma nel numero>>. Tutta la vecchia letteratura, compresa quella sul Quarantotto-Quar31Ilt31Ilove, va ri– veduta e saggiata alla prova degli atti, e le stesse vecchie edizio111i parziali di documenti, a cominciare d_aNicomede Bianchi, integrate e purgate da omissioni e mutilazioni imperdonabili, anche quando sia.n state suggerite da intoodimenti che parvero, a quei tempi, onesti. Dopo Tori1110, fonte centrale, p,rincipalissima, occorre esplorare gli archivi degli altri maggiori Stati italia111i,e specialmente il 111a– poletano (vi si appresta, per incarico della Scuola storica del Co– mitato Nazionale per il Risorgimento, con buona preparazione, Walter Maturi) e il Vaticano, dove.aveva iniziato fruttuose ricerche, troncate dalla morte, Paolo Negri. Degli archi'Vi ,stranieri, compiuta, come s'è detto, l'esplorazione di quelli austriaci, è ÌIIl corso, anche questo a merito del Comitato Nazio111ale,e non solo per il periodo carlalbertino, quella del Record Office di Londra. -I frutti che ne ricavarono, ormai molto tempo fa, il Segre e il Silva, dovrebbero far rivolgere nuovamente l'attenzione agli archivi francesi, se nolll altro ad integrazione ed a controllo del molto che diplomatici fra111- cesi dell'epoc:a, 1110n sempre fedeli lllé sagad, 3/Ildarolllo pubblicando di ricordi personali e dì documenti soggettivamente prescelti, se non forse 3/Ilche rassettati. Vorremmo, insomma, che, anche per questo periodo, si preferisse per ora la sollecita pubblicaziooe di documenti, di sicura utilità, e molte volte di grande attrazione per gli stessi lettori profani, a quella che fu autorev-olmente chiamata la« pestifera smamia delle ri– costruzioni di là da venire>>. Tra le quali non porremmo sicura– mente, quella Storia, deUa Monarclvia di Savoia dalla Restaurazione alla Costituzione, alla quale sulle tracce del Man[lo, suo maestro, attende Mario Zucchi e il cui ritardo (ormai parecchi am[li so111 tra– scorsi dall'annunzio pubblico) mostra a,ppunto la difficoltà in cui si trova uno storico coscienzioso a dettare, con una documentazione anc6ra Rempre tanto lacunosa e imperfetta, questa che dev'essere per ta111taparte la storia del Regno di Carlo Alberto. éhi si accinge a dare in luce, egli stesso, un oosì ponderoso nu– deo di atti diplomatici, oome quello annunziato, 111,on può essere frainteso, tanto meno dopo ciò che ha detto poco fa, se esprime la speranza che nelle indagini su Carlo Alberto e il suo tempo sia data la precedenza a quanto sia emanazione diretta della sua per– sonalità. Il pensiero corre sùbito a tre gruppi: ai diari, alle lettere, .alle istruzioni personali a mi111istrie ad altri digmitari dello Stato. Esistono diari personali, autografi, di Carlo Alberto? Nulla se :n'è mai detto di preciso. Avrei ragione di credere che esistono, o BibliotecaGino Bianco
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