Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931
c. TJ;'UMIATI, I tetti rossi 249 riversa,to a cogliere le più minute caratteristiche di esse, egli, come preso da un pensoso pudore, arretra; e di fronte all' «agitata» dice, a esem– pio: << Te no, veramente, non posso descrivere. Di fronte a te rimango, a fatica, medico. Artista no, se di tal nome fossi degno. Debbo volgere il capo altrove e non guardarti perché in te troppe cose son distrutte .... » ; segno evidente che quando la -sua umanità non può partecipare, - per la frattura profonda della pazzia più assoluta, - all'umanità degli altri, anche la sua attenzione finisce. L'orrore non -comporta paroìa. . Il libro si divide in due parti; nella prima il Tumiati ha colto la vita e gli aspetti d'un manfoomio, come s'è detto, e con quell'arte che abbiamo cercato d'indicare; nella seconda, il pretesto d'un viaggio in America per un congresso di scienziati gli ha consentito di osservare alcune forme tipiche della vita americana, talune delle quali più spinte ed eccentriche. Egli intitola questa parte Viaggio d'istriwione; e i ca– pitoli di questa specie di giornale di bordo e di diario se non sono molti, sono in compenso assai significativi. Anzitutto perché -ci dicono con quale occhio il Tumiati ha osservato quella vita: occhio di « buon eu– rop eo)) o meglio d'italiano moderno che, mentre è portato ragionevol– me] J.te ad apprezzare anche i beneficii, purché reali, di una civiltà al– l'avanguardia, organizzata in un modernissimo meccanismo sociale, quindi senza vecchi partiti presi più o meno strapaesani, sa d'altra parte che il destino dell'uomo, la sua felicità e: pienezza morale non consistono in una più perfetta celebrazione della materia, a scapito dell'intima libertà dell'individuo. All'arrivo, di fronte al babilonese splendore notturno di Manhattan ( << Tutto arde intorno a, te. Scomparse le torri le ca_sele vie. Pareti di fiamme, prospettive risplendenti e mu– tevoli, frastuono assordante di colori discordi che ti chiamano ti stu– piscono ti comandano t'inebriano )) , egli ~sclama in un momento cli stupore: « Batti le mani, europeo)). Ma guai a tornar la mattina in quei luoghi. « ,Saresti c.ostretto a comprendere che tutto è stato freddamente preparato per esaltare la bontà d'un sigaro o la tenacia d'un pneumatico)). B1·oadway notturna è un mirabolante fuoco d'arti– ficio; però i vecchi fuochi d'artificio del tuo paese italiano saranno << poveri forse, ma, se Dio vuole, inutili)). Bella la comodità d'un grande albergo, stanzetta da bagno, suppellettili candide, grammofono accanto al letto; ma e quel cavatappi quasi nascosto nel muro perché si possa sturare una bottiglia proibita, e quella bibbia ril egata come un elenco telefonico ? Sì, bella la Città ( « questa Quinta strada tr ionfa.le, questa gloriosa Strada del Parco, questo tratto di Broadway t urrita son vittorie dell'uomo. Il singolo è scomparso nella solidale potenza del gruppo, la varietà ha ceduto all'ordine, la volontà ha superato l'estetica, l'utile è assurto al– l'altezza di un ideale disinteressato. Qui è un mondo nuovo .... »); ma, a pochi passi, orribili città coloniali, miseria, tanfo, sporcizia: << l'ombra di quella luce, la polvere di quel trionfo)). La scienza nuova, la nuova Igea << bella, umanistica utopia, greco sogno, ammodernato, d'equilibrio e di serenità J); ma nei sobborghi, ecco l'idiota cinese e i negri microcefali nella graveolente frenesia dei Luna Park << offerti per pochi cents allo stupefatto ludibrio della folla)). E quegli spettacoli per « men only )) e quel corteo tli monache biancovestite in un teatro a cui subito succede BibliotecaGino Bianco
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