Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931
A. GATTI, Ilia. ed Alberto 2-i5 co me un accordo che suona nel cuore più che nell'aria: e come un accordo di tas.ti che non suoneranno mai più è l'allontanarsi di Ilia con quelle poche frasi spazieggiate dalla rassegnazione esangue della, morente, esili, scolorite, in cui respirano per l'ultima volta i pensieri più costanti e più cari della sua esistenza (La voce diceva: « La mia casa». E poi: « Povero ragazzo». E poi: « Quante cose da dire, quante cose da fare». E poi ancora: « Pov.ero ragazzo lJ); e come un accordo superstite an– cora nell'aria che hanno respirato Ilia e Alberto, suona su quel nembo di dolore quello squarcio cli dialogo abituale che riecheggia nell'anima sperduta del marito oramai solo: « Nulla era cambiato sulla terra. La mattina era simile a tutte le altre mattine .... Tutto continuava; soltanto Ilia, che pure aveva chiuso in sé tutto quel mondo, era morta. ~ Come stai, Ilia ? - risentì dentro Alberto. - Bene. - Sia lodato Iddio, Ilia ! - Oh. - Del resto son qua io. - Oh. - Dove ci son io non ci sono disgrazie. - La risata squillante d'Ilia si sgranò nell'aria. Poi fu silenzio )) . Ilia, che !")racosi buona, è lllorta. A tanta ingiustizia Alberto si ri– bella. Soltanto la ribellione dà, in questi capitoli, qualche nota falsa. Ma in tutto il libro le incertezze dell'intonazione psicologica sono poche, quelle che si trovano nei più dei nostri maggiori romanzi, all'infuori dei Promessi Sposi, di Mastro don Gesualdo e dei Malavoglia, Ai funerali un vecchio sconosciuto viene a salutare Alberto, e piange. Questo vecchio, il professor de Mastraechio, che in quel momento sembra un'apparizione accidentale, diventa poi, insieme con Ilia, l'anima del romanzo. Le 350 pagine che seguono sono, attraverso incontri e colloqui, collegati tutti da,lla, medesima ansiosa ricerca, la storia del cammino attraverso il quale Alberto si concilia con Dio e riesce a sentire, con una sicurezza sempre più forte, nella vita del mondo che continua e che riac– quista un significato anche per lui, la presenza superstite di Ilia. In que– sto cammino la guida lontana ·è Ilia, non anima invisibile, culto astratto, ma immagine che ritorna nel cuore di Alberto con le sue mosse, i suoi lineamenti, le· sue parole, le sue lievi e profonde e assennate parole; la ~- guida vicina è de M31Stracchio, sublime impasto di nobiltà morale e di miseria fisica, uno dei più grandi personaggi di romanzo che io abbfa mai conosciuto. Centro dei più alti colloqui del romanzo è de Mastracchio : colloqui a notte piena, colloqui nella campagna romana, nel cimitero protestante, in uno sfondo severo e solenne che le sue parole di ardente e malinconica nostalgia del sovrumano sollevano in un'aura immortale. A un certo punto, quando l'amicizia con Alberto è già lunga, de Ma– stracchio gli confessa d'aver voluto bene ad Ilia: e allora ricordiamo quel pianto del funerale e riconosciamo nelle sue conversazioni affasci– nanti l'influenza occulta di Ilia. Il carattere dominante di questo libro è che esso guarda in alto ma non abbandona mai la terra: e cosi non sfiora mai quello che era il suo pericolo particolare, il lirismo generico. In tutta la, vicenda e in tutti i personaggi importanti è diffusa quest'intonazione che dà al romanzo un aspetto cangiante dall'elevatezza alla comicità, dallo strazio alla tene– rezza e alla grazia. I limiti umani sono sempre presenti; e se il pensiero ultimo va alla perfezione, l'imperfezione e le storture e il male che ve- BibliotecaGtno Bianco
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