Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931

224 A. Panzini della causa italiana) 1 ), soleva dire che avrebbe voluto spacca.re la testa all'imperiale cugino per sapere quello che vi era dent ro. Un'altra donna, Giorgio Sand, così lo definì: « egli si pensò di es– sere l'istrumento della provvidenza, e non fu che l'istrumento del Dio caso». Questo giudizio, elegante ma vaporoso come tutto ciò che è fem– mineo è posto dal Mazzucchelli a motto del suo volume : e vi aggiunge anche' una esclamazione del conte di Cavour : ((che meraviglioso cospi– ratore, Napoleone!». Non dico di no, ma se questa esclamazione esiste, ché io non l'ho trovata, è probabile che in quel momento Cavour pensasse un poco anche a se ,stesso. Cavour ha detto qualcosa di ben più preciso, quando già nel 1856, al tempo del congresso di Par~gi, dopo la guerra di Crimea, fissò le sue lenti sull'Imperatore, e lo definì congiungendo due opposti attributi : « irresoluto e irremovibile». Drouyn de Lhuy, che fu più volte ministro, rias-sunse la sua espe– rienza sull'Imperatore con queste parole: (< egli ha desideri immensi. e facoltà limitate. Vuol fare cose -straordinarie, e non ne compie che stravaganti». Ma chi più di ogni altro aveva interesse di penetrare nel mistero della sfinge, ai primi tempi dell'Impero, era il barone Hiibner, che fu ambasciatore d'Austria alla corte di Parigi sino allo scoppio della guerra del 1859, ed era uomo di acuto intelletto, dotto di storia, e visse tanto da vedere Sadova e Sédan. Sotto il manto imperiale, l'Hiibner aveva _indovinato• che nell'Impe,.. ratore di Francia c'era, sempre il cospiratore e il carbonaro del 1831 e che fatalmente sarebbe stato portato ad abbatte.re l'edificio della Santa Alleanza Sl;l cui ancora posava l'Europa. Ma più nettamente all'acume del diplomatico austriaeo apparve la natura dell'uomo al tempo del matrimonio di lui con la bellissima Eu– genia di Motijo. «'Ma come? Dopo aver fatto quel po' po' di roba che è il colpo di Stato, va a sposar,e .un'avventuriera? Ma costui ~ un romantico, un sentimentale>>. · ((Le deve gratitudine ? Ma còn la gratitudine non si, màcina po– litica». (< Questo sensuale precoce e tardivo, è preso da amore, e la vezzosa spagnola si ostina a voler passare p_erla chiesa prima di arrivare all'al– cova. Ma questa non è una buona ragione; ma non si può dar retta a: tutti i capricci delle donne >>. Gli amici dell'Imperatore sono atterriti di quella sua ostinàzione: se era per questo, era inutile fare il colpo di Stato, e I"istabilire l'Impero. 1 ) Vedi per più ampia notizia i'opera di ALFREDO Co:MANDINI, sul Principe Ge– rolamo Bonaparte, e i Carteggi recentemente editi dalla Commissione Reale (Za– nichelli, Bologna, 1929). BibliotecaGino Bianco

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