Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931
Settimanali ✓ 219 un'adesione stretta e sorda alla pace di Versailles possa presto rompere la nostra comunicazione col mondo, badiamo di non trarre il nostro linguaggio di pacifisti dal nostro proprio fondo d'idee, dai nostri inte– ressi, dal nostro bisogno di nobiltà o dal nostro bisogno di riposo. Al– meno prim a vediamo come va il mondo. Vediamo insomma di non fabbrica.re una dottrina universale che sarebbe accolta dal mondo come un region alismo. Questo contrasto tra l'universalità dell'intenzione e il particolarismo dell'effetto è oggi la tragedia dello spirito politico francese». La letteratura francese è, in questo, migliore della politica. Poco dopo la guerra e i ciechi giudizi su tutto quello che non fosse la patria da salvare, essa ha cercato di riaprire gli occhi e di tornare equanime e universale. Spagna e Nordamerica, Russia e Africa nera, Inghilterra e Cina: mai romanzieri e cronisti, saggisti e filosofi francesi hanno stu– diato gli stranieri con tanto cordiale attenzione e tanta volontà di giu– stizia: sopra tutto, verso la Germania. Soltanto per l'Italia, salvo clue o tre eccezioni, caro Vaucloyer, è con– tinuata la cecità. Ora, la giustizia la quale a priori accetta come legit– timo - un caso d'ingiustizia, non è più giustizia. Per quanto riguarda l'Italia, la letteratura francese oggi è strabica come la politica: un occhio guarda all'universale, ma l'altro è fisso al particolare. Pittura futurista e arte decorativa. 18 gennaio. La pittura futurista resterà nella storia dell'arte nostra come pittura decorativa. Quest'aggettivo che, da appena un ~colo s'è sposato coil l'arte, sembra diventato sinonimo d'industriale ed è perciò poco pregiato; ma è un torto dell'uso. L'arte persiana, ad esempio, la quale è incantevole quanto un giardino fiorito e in questi giorni trionfa a Londra nella prima e ordinata mostra fattane in Europa, è sopratutto ,!'l'rte decorativa .. Non è detto che l'arte decorativa non abbia. un'origine e un significato umano. Chi confronti un tappeto persiano con uno ci– nese, o un tappeto persiano del '500 (il più bello esposto a Londra viene dal nostro Museo Poldi Pezzoli) con uno del '700, s'accorge al primo sguardo che un'opera d'arte decorativa può definire un paese, un'epoca, un artista tanto bene quanto un'opera d'arte figurata. Guardavo ieri alla Quadriennale di Roma due quadri di Balla, pit– tore futurista che Marinetti chiama con impetuosa cordialità meravi– glioso. Adesso, leggendo il catalogo, non riesco purtroppo a capire se il quadro che per la chiara armonia dei suoi piani intersecati, o simul– tanei che dir si voglia, mi piaceva di più, sia quello intitolato la cc Sedia dell'uomo strano» o quello chiamato le cc Freccie della vita». Certo è che, tessuto in seta, farebbe una stoffa originale, vistosa e, a suo modo, armoniosa. Cosi, se una delle delicate naturemorte di Beverini, un pae– saggio di Fillia o di Dottori, una scena, di Rizzo, ridotte in proporzioni convenienti, fossero ripetute per diagonale su un raso da parati, la stoffa avrebbe certamente un esito fortunato. Non faccio una scoperta: a Lione di stoffe simili se n'è da anni tessute a dozzine. Ma in Francia ibliotecaGino Bianco
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