Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931
La figlioccia 215 Si sei:ntivamole battute degli zoccoli rimbalzare ad eco dal :fianco della casa, del padrone, poco lungi. Sembravamo martellate che venissero dalla casa del padrone. E quando la ragazza ulivastra fu in fondo alla scala e cominciò ad andare sull'erba, allora i colpi cambiarono tono: si fecer,o cupi e quasi impercettibili, qualche cricchiono d'erba brim.ata e tutto in– tomo silenzfo di tomba. Se aves·se dovuto camminare per molto, così sola, sotto gli olivi gobbi, oolle ombre per terra ferme, sàrebbe morta di paura. Ma la casa del padrone era così tanto vicina : pochi passi appena, dalla scala del p,orti,co, c'era il cancello del giardino che si apriva sopra un viale di bossolo e in fondo al viale di quel bossolo pareggiato, l'uscio di casa. La ra.gazza ulivastra restò prima davanti al canoello: - E se l'apparizio111efosse stata, un sogJw? Se fosse stata un'allucinazione? E riandò, facendo mente locale, al come le era apparsa la Santa. Tutte le ciroostanze ooncordarono ma, il dubbio la teneva incerta. Così turbata mise la mano tra le fessure del cancello ed alzò il saliscendi che fermava il calllcello di dietro. La ragazza ulivastra andò dal cancello alla porta, rasei:ntando una delle spalliere del viale. Oamminiam.dopiano, per non arrivare troppo presto a sollevare il picchiaporta di ferro, che rappresentava la testa di un leone con i baffi e con le' orecchie a pum.ta incardina.te a due occ]lietti, nel mezzo di ogni prunnello di q uella po rta di noce a due a111te·. Arrivat,a davanti alla porta, restò ferma un bel pezzo. ,Ma poi, tra le tante cose che le passavano nel cervello, una vinse l'indugio: - Se la bimba, moris.se nel frattempo? Prese il leone p er il ciuf fetto che porgeva dalla fronte, tir,o a sé e lasciò andare. Il padrone no111 voleva lev,arsi dal letto. - Di' loro che hanno sbagliato uscio. Oh0 sono, io, uina balia in condotta? La levatrice sta tre case più in giù, - diceva il padrone al ragazzo, che stava, al di là dell'uscio è si era spiegato male. Ma quando il padrone seppe che, a chiamarlo, era venuta la ragazza ulivastra, saltò giù dal letto come un galletto, si vestì in fretta e aperse l'uscio. - Dov'è la ragazza? - e scese le scale a due a due. La rag·azza stava fuori. Non era voluta entrare nell'andito ad aspettare il padrone. Appoggiata al bossolo, guardava l'uscio ed era più fuori di sé che in sé. Appena vide il chiarore dalla rosta e vide scostarsi l'uscio dal battente, capì che il padrone stava per e·sserle davainti. Non si resse più sulle ginocchia, e prima che il ibliotecaGino B"anco
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