Pègaso - anno III - n. 2 - febbraio 1931
214 E. Pea E la ragazza ulivastru, per calmarla e confortarla, rispose: - Sapete che poc'anzi sotto il portico c'era Sant' Anna? - E perché lllOIIl'avete fatta ,entra-re? ... E che ha detto? ... Se fossé entrata, a quest'ora sarei giù dal letto e la bimba non mu– golerebbe così. Ohe ha detto ? - Ha detto che tooca al padrone di dargli l'anima. - ,Ma quaindo ? Subito ? - questo inon lo ha detto, Samt' Anna. La bimba pareva si fa.c,essefredda. Le coglitore misero dell'acqua calda iin alcune bottiglie e le disposero, per lungo, _a destra e a sinistra della bambi111ache non si sapeva bene se dormisse o fosse morta. L Sarà bene chiamare qualcuno; perché se dovesse morire al· meno morirebbe battezzata, - disse una, forte. - Si, sì, battezzatela,; poi sarà quel che Dio vorrà; - disse la mll!dre. - Chi si chiama ? ~ dicevano le coglitore. - Il padrone, - rispose la ragazza ulivastra. - Il padrone ? Molestare il padrone a quest'ora? - Io non ci vado, davvero, - dicevano l'una e l'altra. - Ci vado io, - disse 1~ ragazza Belloccia. Ma la ragazza ulivastra .si oppose : - Tocca a me. - Aperse l'uscio del portico e s'avviò. Le coglitore rima-sero sorprese che la ragazza ulivastr.a andasse così da sé e sola dal pll!drone. E la Belloccia disse : , - Finalmente la gatta di Masino s'è svegliata. - Fidati di quelle che dicono sempre di no, - diceva un'altra. E og1nuna, la sua. - Ohe l'acquà chet~ roviina i polllti. •Ohe le , donne hanno un punto più del diav,ol-o. Ohe ha aspettato la giusta cottura. La roba buona fa gola a tutti. Ci sarà da chiamarla pa– drona ? Signora padrona! Signora padrona ! Ohe pidocchio rive– stito : ino111 ti risponde nemmeno al « buon giorno Signoria>>. Bazza a chi tocc-a. Pareva nata a cattiva luna! È proprio vero che la for– turna, è cieca ! Avevano levato la bimba di sul tavolino ,e porta,ta nel letto, a :fianc-o d'ella madre, che pareva più sollevata.. E sbarazzavwno la tavola; mettevano ordine in attesa che arrivasse il p:;i,drone. La ragazza uliv·astra barcollava e tremava, scossa dalla decisione presa, e per l'impressione della notte tutta chiara di chiaro di luna, e fredda e senza respiro. BibliotecaGino Bianco
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