Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
72 E. De Michelis Adlesso la mamma, liberata dalla. fobbre, poteva parlare; e chie– deva dell'uno e dell'altro, insistentemente, 001I1 ulll'~nsia affalllnosa, come per riguadagnare il lunghissimo tempo che el'a rimasta sola prima di ammalarsi. Nm soltalllto in punto di morte si avrebbe pia– cere di avere illltorno a sé le persollle amate. - Vi ho fatto penare, figliuoli? Sàrà per ulll'altra volta. - Sì, fra cent'anni, - ribaJtteva Gino; e rideva. E sapevano tutti che, se il momento della morte fosse da-vvero venuto fra cent'anni, prima di cent'alllni 1I1essu1I10 si sarebbe occupaJto di lei. - Adesso mi lascerete sola. - Mamma, perché dici così ? - disse Marisa; e si mise a pian- gere pel'ché era inevitabile e vero. Ognuno avevia altrove le raigioni della propria vita, 01I1de lllOnpotevamo adesso non lasciarla sola; e questo che a farlo vooiva semplice e 1I1aturale, dirlo era troppo crudele. - Speriamo che nolll mi fa,ccirunoosservazioni in ufficio, - disse Gino, pensando che anche questa volta avrebbero potuto dubitare di lui. Pa.rtì quella sera stessa, e il giorno dopo pa,rtì am.che Marisa. - Ciao, mamma .... Non sapeva, distaccarsi da lei, ma 1I1ell'ainima sua sapeva di esseme già stoocata e che fuori d~lla porta gli altri poosiel'i l'avreb– bero riafferrata di nuovo per l'altra sua vita. E guarire, passati i settanta anllli, non è più guarire. - Bisogna proprio che muoia un'altra volta, per rivederti ? - · diceva la mamma sorridendo per farla sorridere, perché era ella abituata a dare coraggio ai figliuoli. Tale sempre era •stato il suo còmpito, di aiuta,rli a non soffrire tr,oppo se dovevrunofarla soffrire. Ed ecco nolll più Marisa. Una madre di famiglia che torna ·ai suoi mille doveri era dii nuovo in treno. La strunchezza delle veglie pas– sate, la lunga tensibne nervosa che -ora incomilllchwa ad allentarsi, si aiccordavruno col ritmo del treno per conciliarle il •sonno. Ma ·a ogni stazione sussultava, a ogni .sbatter di porta, a ogru pa– rola che i vicini di viaggio dicessero forte : oosi che le pareva di durare incosciente in uno sfato di dormiveglia. « Se sapessi, sono tanto felice .... )). Ohi aveva detto così? Ah sì, Jole, che era sposa da poco e le aveva pa,rlato ieri d'ella sua vita nuova. « Se sapessi come mi aima. La felicità, è occuparmi di lui>>· Quanto tempo, quanto tempo era. scorso da qmmdo non lei, lllOn quella madre di famiglia che ritornava a casa, ma ullla giovine donna che si chiama,va Marisa aveva detto le medesime parole alla mamma, alla sorellina piccola, a chiunque le avesse dato occasione di dirle a se stessa. « .Mi ama. Sono trunto felice)). C'era stata una, stagiollle nella sua vita che tutta la vita le sem– brava 'vissuta illl un momoo,to solo, qua<llld'o egli doveva arrivare, e BibliotecaGino Bianco
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