Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

La messa del Re e altri passatempi parigini 65 mani appoggiate sull'ombrello come sopra lo spadOllle di famiglia, averle viste, queste vecchie datme color d'avorio vestite dii nero da capo a fondo, e con amc6ra nello ,sguardo un riflesso di quel lume di furberia che doveva volerci per intrigare a Corte ! Tra visi grigi e severi d',antichi generali e ammiragli a riposo spiccava un volto grifagno e screpolato agitato da un tremito oontinuo, e. ,c;on quel tremito pareva che dicesse: Fate, fate, atdesso v'accomodo io; e intanto rintoccava la c3!IDpana-,che, fra parentesi, è amc6ra quella che dette il segip.ale della strage dii Sam Bartolomeo. Nelle prime file delle sedie avevano preso posto Leone Daudet e gli arti dirigenti dell' A. F. Prima dell'ufficio fwnebre, in tomo al– l'irriducibile e implacato polemista, gl'intervenuti •si son dati un gran da fare con saluti e strette di mamo (si capiva che molti lo rivedevano per la prima volta dopo l'esilio), t,anto che uno spettatore ignaro dei «precedenti>> l'avrebbe preso pel parente più prossimo del morto .... Io lo vedevo in faccia per la prima volta e sono rimasto colpito dall'aria nostrama che distingueva questo meridionale fra quamti gli stavano intorno. Dico che noo c'è in tutta Napoli una fac– cia più napoletam·a della sua. Védilo per Toledo, e tu lo chiami Cic– cillo, Totom10, Pascà. Portava una pelliccia da impresario teatrale col bavero tirato su e,,non stava fermo un momento. ,Statura media, spalle qua,dre, faccia sbarbata, colorito scuro, capelli appena grigi e tagliati corti sul testone tondo. Espressione entramte, cordia– lissima: e difatti la sua polemica è tutta piena, fin troppo, di buon umore e bene spesso il ruggito di questo pazzariello della Monarchia fùnisce con una grossa e grassa rìsata. Tutt'altro tipo è l'altro dio– scuro del nazionalismo integrale che gli stava a fianco: Carlo 1Maur– ras. Di •statura un pochino più bassa di Daudet, di spalle assai più strette, si teineva dritto e immoto come un palo. E se Daudet al- Televazione si è quasi piegato in due, Maurras ha appena abbassato lo sguardo a terra. Ha il pro:fi.lo tutto in verticale («la fronte del leone)), dice Daudet), sel vose le s opracciglia, ,fiero lo sguardo (lo sguardo irreparabile dei sordi), grigia la barbetta, e la calvizie triangolare degli uomini che si son frssati a poosare una cosa sola. Serissimo, lo diresti incapace di r1dere. Di tamto in tanto si pas– sava una mano nervosa sulla fronte come per dire al pensiero : sta bo1110. Ho visto poi Maurras all'uscita, ,tra due catene di camelots che. si teneva,,n,o per mano come in un giuoco di ragazzi. (Appunto al- 1' m,cita d' una di queste ,messe sett' a1Dni fa l' a,narchica Berton aveva cercato di colpirlo; ma trovatolo troppo ciroo1I1da.to ebbe paura di mancarlo, e l'indomani, in mruncanza di lui e di Daudet tirò su Marius Plateau, nella redazione del giornale realista, fre·ddJrun– dolo). Camminava dritto e diuro come una statua, se le statue cammin•assero, col passo di chi sa che prima o p-0i, pochi o molti, 5. - P~(Jaso. BibliotecaGino Bianco

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