Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
60 S. Solmi vita sociale tocca il culmine della sua artificiale perfezione, con un prodigioso trionfo dell' « esprit )) e· della pura forma. Ma la riuscita forse ,p,iùsmgolare del metodo critico valéryano la troviamo nel sa,o·giosu Stendhal, dove lo« schema)), non più appli– cato alla realtà e, mtellettuale ed e'stetica, ma, a quella più delicata e .sfuggente del mondo morale, tocca msieme il massimo dell'evidenza descrittiva e della coerenza logica del «tipo)). Com'era da atten - dersi, Stendhal artista IIlOIIl è fatto per interessare profondamente Valéry. llll questo apostolo della <<naturalezza)) era i1I1evita1bile che l'assertore dell'artificio e della volontà critica, più che uno scrittore, vedesse essenzialmente un uomo e un carattere. Né la Chartreuse né Le rouge et le no,ir gli dicolllo molto : ma, attraverso il Lucien Leuwen e l' Henri Brulard egli districa le li111ee d'una ideale autoc. biografia di Stendhal, imrplicamte uno studio delle irreducibili anti– nomie della<<.sincerità)) m letteratura,. Date le sue premesse, Valéry ha buo111 gioco a dimostrare priva d'ogni senso la cosiddetta << sm– cerità verso se stessi)), e a vedere nella << 1I1aturalezza)) d'uno scrit– tore null'altro che-Ullla <<maniera)), al pari di tutte le maniere' pos– sibili. Stendihal e lo stendhalismo vengono quindi a ra,ppres®ta.rgli l'esempio di una falsificaziiollle ottenuta a forza d'i smcerità, d'uno dei più sing-olari ingamni letterari tesi da u1I1O scrittore a se stesso. S'è parlato, sopra, di << evidenza descrittiva))_ Perché errerebbe ohi volesse vedere nel Valéry critico un semplice schematismo ad oltranza, ,privo di raccordi coo l'individualità storica. Se· anche il fine della sua critica sfugge alla storia, bisogna riconoscere che sulla natura intima1me1I1te indiividuale d'ulllo scrittore essa morde sellllp,re, almeno al suo illlizio. Persino lllell'lntrod<!wtion, dove il ,nome· di Leonardo non era più che un simbolo chiamato ;ad indicare un tipo mentale del tutto ipotetico e astratto, noo mancano osservazioni che, come ha notato il Thihaudet, vengono a gettare sul vero Leo1I1ardo una luce ignota ai più dei bj_ografi ,e ,degli storici. Forse cb.e un ,poeta, e sia ;pure il .più i!lltellettuale e volontario dei poeti, 1I1on può veramente peinsare se IIlOnservendosi di elementi intuitivi e concreti, tratti d!alla realtà viva? Ci è parso ~he le cose sti~o per l'appunto cosi. E, ,per la fertile c01ntraiddizioneche sola amimà e fa veramente esistere la vita spirituale d'un uomo, tanto più il se1nsodella realtà è in U1I1 Valéry sottile e pu!ll,gentequanto più egli cerca di sconfinare da tale realtà, intuitiva i!llqliel mondo di puri ordillli e·rapporti intel– lettuali che rappresenta. il S()mmodelle sue a,spira,zioni di scrittore. Notamdo questa contradd[zfone veniamo amzi a metterci, a quamto ci sembra, al centro della personalità di Valéry, al fulcro della sua attività ,multiforme, donde possiamo considerare verll!mente << l' étrange animal q111i a, tis-sé de mUliers èle purs liens en,tre tanfJ de f ormes, -et de qui ce8 cons,trucrtions énig'm(l;tiqu,eset dwerses furent les trwvauw ))_ Il contrasto eh<>opera in questo scrittore tra la per- Biblioteca Gin Bianco
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