Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

Valéry teorico e critico 59 reka di Poe, l'aiutore di Variété, più che a definire opere ed indivi– dualità concrete, a,p,pare ililteso a ravvisare qualcosa come dei grandi miti ililtellettuali, delle semplici esemplificazfoni di « metod[ )). Per quanto i recenti •sviluppi del Valéry critico vengano a testimo– niarci ,di u,na .sempre :maggior mobilità ed aderenza del suo pensiero ai vivi modelli, la loro origine deve aincora rfoercarsi in quella I ntroditction à la méthode de Léorroardde Vinci, dove il modello era poco più che un nome e una vama figura, continuamente distrutta e riassorbita dall:a riflessione. In altre parole egli aspira a mettere a nudo, di un'opera ·O di un autore, lo« schema)), o meglio, per usare un termine del Thibaudet, lo « schema dinamico)) a cui l'opera stessa aprpare ispirata, i,ndipendentemoote dalle sfumature' e acci– dentalità che la costituisoono in opera reale, storicamoote « aoc·a– duta )). È sintomatico, :a questo riguardo, il suo atteggiaJIDento verso Mallarimé. :Lnva1110 cere.beremmo, nelle pagine acutissime ch'egli ha dedicato al maest:vo, un'analisi pr,opriamente critica della poesia di quest'ultimo, una ricerca diretta a!d individuame la positiva consi– stenza. Ciò che in Mal1ar1mélo interessa, come in Leonardo, è prin- · cipalmente il «metodo)); il tootativo, sublime e disperato, di rag– giungere l' <<assoluto)) in poesia, riportando •ogni :idea e' avveni– mento ad una sorta di poetica trascendentale, che tutto in sé con– cluda e riassuma : « JJessayais de me représenter. les chemrins•et les travaum de la penr,réede leur auteiir. ,le me disais que ce 1 t homrne avait médité su,r toits les mots) considéré) enuméré toutes les formes. Je m'interéssais peu à pe'U à l',opération d'un esprit si différent du mien, ;plus en<'-0re,peut-etre, qu'aux fruits visibles de son acte )). Altro esempio d'una oonsimile ricerca di schemL stavolta appli– cata. alla .storia letteraria, è il saggio Bituation de Baudelaire, pure contenuto ilil V ariété II. Eooo come il Valéry stesso ne· definisce, se oosì può dirsi, un'idea-limite: « Bi Fo1i y mettait q11elqitemalice et un pei~ plits d?ingér11iositéqifil ne co·1vvient)il ne serait que trop tentant de rapprocher la poésie de Viotor H1tgo de celle de Baude– laire, dans le des8ein de faire paraitre celle-ci comme emactement complémentaire de c,elle-là. Je n)y insiste pas. On voit assez que Baudelaire a recherché ce que· Victor Hitgo n/avait pas fait .... etc.)). Analogo, ,pr,ocedimento egli segue per determinare la posizione di Baudelaiire nei rapporti col « Pamasse )) e coi simbolisti, e· l'attuale sua vitalità nella letteratura contemporanea in confronto alla de– cad.ienza dei campioni del romantidsmo. Bossuet gli è di pretesto. per dimostraré come la forma e lo stile d'un'opera ;presentino un'in– finita maggior resistenza al tempo di •quella che non ,offra il suo varia,bile e distruttibile co111tooutod,i pensiero. Le Lettres persanes gli dainno ocoasione di disegnare i li!Ileamenti d'un'epoca ideale, di cui il ,Settecento francese gli presenta le caratteristiche, e in cui, venendo a la[l,guire i gralll<dimovimenti di flusso e riflusso storico, la BibliotecaGino Bianco

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