Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
Valéry teorico e critico 57 come giochi so!Iltuosi e :iJnutili, appare continuamente sottinteso alla sua meditazio111e, a diffondervi insieme un a.ere accento dii scetti– cismo e u111a nota costante di rattoout,a malinconia: « à l'extrème de toute pensée est im s01,1,pir >>. A questo ,punto, e per quamto la profonda sincerità del pr,oise– cutore di una, simile ricerca no111 sia ~a mettersi in dubbio, è per– messo am.cora i!Ilsistere a rilevare il carattere intimamente lirico, «poetico>> della ricerca stessa. Indubbiamente il Thibaudet, a,sse– reindo che in Valéry «no!Il si vede alcuna !llecessità che lo costringa ad essere unicamente poeta,>), e sc,oT,good'o !llella sua poesia null'altro che uina delle possibili incarnazioni di u111'a-ttivitàsuperiore che la trascende, rimallle vittima dell'illusorio gioco dialettico del suo au– tore. E se 3/Ilche il Valéry ha per lunghi ,anni taciuto alle lettere, intensificando i suoi studi scientifici e matematici, questa singola– rissima esperienza, se pur perseguita, attraverso un lungo giro che c-0111 l'arte lllulla aveva a che vedere, si rivela inco!Ilsa,pevolmente in– tesa ad u!Ilosbocco poetico : la stessa, giov31Ililetipizzazione di Leo– nal'do e del Signor Teste am.tidpa la poesi;:i,selvaggia e carnale della J eune Parque, dramma della, creatura primordiale indivisa dal cosmo, che la coscienza incrina e· separa dal suo immemore paradiso. Il motivo d'ispirazio111e, se runche rovesciato, è simile: non si tratta che di urna « trasposizione J) nella sfera più pro.fonda e sensuale della ,poesia lirica. E cos'altr,o rappresenta per lui il mito di Narciso, che aspira a COlllfondersied alllrnullarsi nel vuofo specchio della cosoienza pura, (« eau froidem,ent pré,%nte ))) se non Ulll.a ulteriore incaDnazfollle dei tipi di Leona:r,do e di Teste, tratti dai loro schemi anc6ra rigidi e' speriirnootali e rivissuti in una figura d'efebo dallo ,sfumato sor– riso, per l'aipprnnto leonardesco, come leolllardesco è lo sfondo di .rocce e fOllltane su cui s'anima il .suo dramma immobile ? Lo stesso · Oimeti,ère rnarin, ,nelle sue strofe omiate e caricate, colorite e dense, riprende in parte i temi della Jeune Parque e del Narcisse: opposi– zione dell'io effimero e camgiam.tealla suprema indifferenza del pen– siero illimitato e puro, alla vacua e splendoote verità del non-essere : · Beau ciel, vrai ciel, régurde-rnoi qui change. Quanto alle «idee)) .... A ,parte le note e gli appunti d'estetica e di rettorica, - ohe sono anch'essi i,nscindibilmoot~ collegati al suo lavoro d'artista, di cosciente creatore, ma che, come abbiamo vii.sto, sOllloancihe suscettibili d'acquistare, ilil sede-di filosofia, Ulllaqualche universalità ,sistematica, - è permesso credere che in Valéry tali «idee>> wbbiano più che altro funzioo.e di sollecitanti e determinanti dell'ispirazione, e che gli scritti illlcui sOllloespresse si giustifichino, in ultiirna istanza, princiipalmente come abbozzi e frammenti lirici. Come la, Soirée aveo M. Teste, l' I ntroduction e i quademii di illote laJboriosamente ,prese durante gli anni di medita,zioo.e e di silenzio BibliotecaGino Bianco
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