Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
52 S. Sol1ni poetica, organismo primordiale e vivente, scavato in profom.òìità, è caipace di irradiare. Queste, ed altre simili co!Ilsiderazio!Ili,possoillo aiddursi a sostegno dell'attualità e vivezza delle :ideeèstetkhe del Valéry: maino!Il senza vooire, in quest'opera ,di trasposizione, a-falsare sottilmente le reali mire dell'autore mel loro rnascosto priincipi-0. Non ha forse egli con– fessato una volta, ~ !JlOIIl del tutto .scherzosamente : « je crois q ue l'on ne s'accorde sur rien q1.iepar méprise, et que to·ute ha.rm· onie des humains est le fruit heiweWJJ dhm erre11r )) ? Anche senza i lllsi– stere sul paraidossale scetticismo d'UIIlfL simile frase, bisogna rioo– !Iloscere che lllon v'è ltrntl'imento inte'llettuale che possa essere assi– milato, da nessuno di noi, setnza aver prima subìto una profonda elaborazione e modificazione. E l'opera del critico, almooo nel suo inizio, colllsiste invece irn u,n indefinito tentativo di a.degnarsi al sistema estetico e morale diel s,1-0autore, di identificarsi e di annul– larsi, in certo qual modo, col ritmo e la linea ideale del suo tempe– raa:neinto. È l'ascetismo proprio del critico, il quale, come ogni asce– tismo, si esaurisce in una intermilllabile aipprossima.ziollle al pro– prio oggetto, comportando, per così dire, una mortificaziollle senza limite della sua personalità particolare, e di quelle che oompati– sc01I10, •ahimè, troppo di railo liberazi001i e rivincite. È dunque al sistema intimo di Valéry che bisogna "iin definitiva attenersi, .pe'r spieg,arne alla sua origine l'attività teorica e critica, comprese le idee estetiche di cui abbiamo parlato: le quali, oome s'è notato, sorgono e s'a.ffermaino sulla sua effettiva esperienza d'artista e nolll possOIIloquindi 001I1siderarsidisgiu!Ilte da esse: mentre d'al– tro lato è pur nooessario sminuirne l'accento troppo direttamente pers01I1aleper iintehdere, come abbiaano cercato di fare, la 1oro por– tata illlserno alla cultura. Ora ,occorre iinvece ,penetrare nei m.eallldri di quella « connaissance separée )) dove amche la parola «errore)) , è termine privo di senso, e si spiega e' s'invera. 1I1ell'assoluta singo– larità dii un temperamento e della sua storia interiore. Ln altre pa– role, occorre COIIlsiderare !Ilel suo .oomple·sso l'attività di questo scrittore, e, solo in un secondo tempo, vedere quanto essa- partecipi del carattere immediato e formale della creaziollle lirica, e qua111to di quello riflesso e mediato della teoria. fo questo tentativo di risalire all'origine a.nc6ra indifferenziata del suo ipensiel'o, potrà aiutarci lo stesso autore, - 1a cui mediita– zioaie s'è tarnto affaticata attorno ai modi germinali delle operazioni dell'intelligenza, -OOIIl alcullli accenni calzanti. Nel recente Léonard et les philosophes egli s'è divertito a gettare all'aria, le costruziOIIli dei :filosofinegandone in pieino il valore con-0scitivo, e a ricomporle unica,mente come creazioni d'arte s11,i ge1ieris. Al solito, sotto il suo gioco di pensieri disgregatori, - che d'altro!Ilde non giungevano aidl BibliotecaGino Bianco
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