Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
J I 50 S. Solmi si mamifesta, in c-he cosa pr,opriame111teconsiste ? Essa, avverte il Valéry, « ci tradisce le profondità dove il meglio di noi stessi risiede>>. E, poiché tale definizione si dimostra a1quamto generica, sarà bene ricorrere alle prime pagi!Ile del libretto, dove eg1i distingue l'« emo– zione poetica)) dall'« emozione ordinaria,>>, attribuendo alla prima, in più della seconda•, << una telilclenza a percepire u111 rnondo, un siste– ma compl,eto di rapporti)), IiI1 altre parole, e·ssa implicherebbe u111a « soo-sazio111e d'universo)). L'intuizione poetica,, pur sorgendo da un sootimento particola:re, gioia o tristezza, timore o s,pera111za, si oppone profondaJIDente all'e:rnoziO!l1eordLna,ria per quest•a caratteristica di sconfinare oltre se stessa, in una specie d'illusio111ecosmica, i111 cui << gli oggetti e gli esseri 00111osciuticambiano Ìlll qualche modo di valore)). Anc;he qui, per qua111to lo oornsoota un pensatore a111tisiste– matico per eccellooza., norn può f.oriseravvisarsi, sia pure espresso in quella forma imma gino sa che si conviene all'·artista, lllll'idea oo– mune alla più avan ~a.ta estetica moderna, ossia quella che distmgue l'i111tuizio111e poetka appu nt-0 per il suo crurattere <<cosmico)),di fram– mento di realtà spirituale dietro cui s'indovina un mfinito spazfo, lllil armO!Iliosolegame oon l'univeriso? Né si dica che il Valéry no111 esce dalla sfera empirica della psioologia, dal mo.mooto che lo stesso Croce, -se ma1 no111 ricordiamo, - 111el suo saggio sul <<carattere di totalità)> dell'espressione m·th;tica è stato ,costretto a ricorrere, per delineare· il suo arduo concetto, più ad osservazioni e metafore tratte dalla comune psic:ol-Ogiache a, sviluppi puramernte sistematici. E l'a111a– logia si fa più forte allorchè il Va léry definisce l'intuizio111epoetica come una << perception na ·issan.te >>,•quasi a qualifica.r,ne la natura proforndamente istmtfva, a lbale, d i primo grado della coscienza. Ma la principale sua preoccupàzione, C-01ID'è di giusto tra.ttain– dio,sidi un ,poeta, e di un poeta in tal ,misura co111sapevole di sé, verte essenzialmente sul « mezzo espressivo)), su quello ch'egli definisce << problema di rendimento)) dell'emozfo111epoetica. Soltanto l'ela– borazione critica del' dato illliziale proposto dall'ispirazione può as– sumere quest'ultimo 111ella sfera dell'arte. Que·sta im.p,o,rtamzadel– l'intervento critico 111ella creazione poetica (motJ:ivoche oostituisce anch'esso, si noti per incidenza, un~ dci punti più sensibili dell'este– tica moderna) tr-oviamo rico111ferma,to nel sa-ggio Sitnation de Bau– delair.e. 001I1toouto in Variété Il : << olas-siqueiest l' écri1:a,inqui porte im critiqne en soi-méme, et quli l'associe étroitement à ses· trarvauw )). E, per quiainto Valéry non lo dica espressamente, soltrunto l'arte classica, l'arte critica è per lui arte compiuta e degna di tal 111ome: arte critica, cioè arte che si possiede m modo attivo, intenta a creare coscienteme1I1teuna, forma più che a riflettere passivamente un sootimento. Go.mesi sa, Valéry è partigiano delle forme· metriche traid~zionali applllilto perché, oppO!I1endosicome un ogfacolo all'in– certo e va,go imrm:agi111are del poeta, ne intensificherebbero l'e1ner- BibliotecaGino Bianco
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