Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931

34 S. d'Amico anche altrove ma soprattutto perché lo strumento d'UJI1atal co– munione, ossi~ gl'interpreti, che altrove funziom.a sufficientemente o ottimamente, iill_ Italia !llOnfunziona più. Ai vizii della produzione, ossia degli autori (i quali vizii abbiam visto che sono lllOlll ta!llto d'ordine estetico quanto d'ordine morale), è impossibile rimediare con un progetto. Si sente parlare di premii: e diamone pure; Ìiil tempi in cui si regala un milione al padrone d'UJI1 cavallo che vÌillcela corsa, si potrà a!llChelargheggiare, con qualche migliaio di lire, in favore d'un poeta : il ,modestissimo premio del Concorso governativo del Governo di Tosca!lla, durato suppergiù dal 1860 al 1919, e ora abolito, salvò due volte dalla fame Ercole Luigi Mor.selli. Ma teniamo per fermo che questo può servire ad aiutare gli artisti,, non a influire sull'arte loro. Come possono es– sere utili, in teoria, i oom.corsi: solo che bisogmerebbe disciplÌillarli infinitamente meglio, e a:ffida,rne il giudizio (il che in pratica non succede mai) a tutte persone competenti, aperte, sollecite, e coscien– ziose. Meno difficile rimediare ai vizii degl'interpreti; ma a patto di mettere Ìiil opera gra!lldi mezzi economici. E coi mezzi economici si può forse Ìiil parte ottenere, non ta!llto la trasfomnazione del poco pubblico che oggi frequenta il Teatro, quanto la sua sostituzione; si può, cioè, Ìillvitare al Teatro una folla più volenterosa e pronta, quella che oggi n'è ·allolllta!llata dai prezzi proibitivi. Infine i mezzi economici possono anche servire agli strumenti d'una cultura teatrale, che oggi in Italia non esiste: in Italia lllom. c'è oo'ottima rivista di Teatro; non c'è (salvo che illella Scuola di Recitazione di •Sa,nfa Cecilia, a uso d'una ventina d'allievi) lllea!llche una cattedra di Letteratura dra,mmatica; non c'è un libro com– pleto sulla Storia del Teatro (che del resto manca iill molti paesi) ; lllom. c'è amore agli studi sul Teatro italiruno, dai quali lllel paese della Scenogra,fìa e della Commedia dell'Arte no,n è ancor nato nem - meno un Museo Naz.ionale. Fino le illostre maggiori biblioteche sono sprovviste dei repertorii italiani e stra!llieri : alla « Vittorio Ema– nuele>>di Roma mam.cano almeno la metà delle opere drammatiche, ·antiche e moderne, nel testo orig:imale, e mancalllo quasi tutte le ma,ggiori opere storiche e critiche pubblicate nell'otto e nel lllove– cento, in materia di Dramma e d'mterpretaziollle scenica,. Pe:rciò occorre i!llcomilllciare a ricostruire dalle basi UJil edificio a-ssoluta,mente nuovo, con u,n programma vasto, e radicale. Non si vede perché mai lo Stato, il quale spende molti milioni l'anno per le arti plastiche e :figurative; il quale ha generosamente· rinulllciato a molti altri milioni d'introiti per tenere aperti gratis tutti i giorni quei Musei e Gallerie d'arte ch'era,no già aperti la domenica; il quale maintiene un vecchio regime di privilegio alla Scala, e profonde altri milioni per il Teatro Reale de'll'Opera; nolll si vede perché que- BibliotecaGino Bianco

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