Pègaso - anno III - n. 1 - gennaio 1931
La crisi del Teatro 33 anche quello meno retrivo, non è stato mai defim.itivamente attratto, persuaso, vinto; lllOfll ha mai abboccato. 'rutti i 1I1ostriproblemi re– sta1I10insoluti. Il Teatro nuovo, - d!iciamo come· scooa, att-rezza– tura, attori, - in Italia ancora ha da s,orgere. Chi s'assumerà tanta impresa? Fra i molti progetti fecer,o chiasso, am.llliaddietro, quelli succes– sivamente formulati ,da Pirandello dopo i giri da lui fatti, oome ca– poc,omico, in Europa e ÌIIl America. Illl un primo progetto, egli ri– prese integralmente un'idea di Fracchia e di Chiarelli, per costituire una compagnia unica la quale, sotto un unico direttore, avrebbe però agito contemporruneamente in tre teatri di Roma, -Milainoe To– rim.o, distribuendo ogni volta qua e là gli attori necessari, in spet– tacoli dete:rminati a priori con date fisse. Curioso disegno che, seb– bene im.coraggiato dall'alto, e firmato dall'onnipotente Paolino Gior– druni, non ebbe sèguito. In un secondo progetto, lllon pubblicato ma di cui si può parlare perché conosciuto da tutto il mondo teatrale, Pirandello assunse . un'altra idea, già abbozzata dia Nino Berrmi : quella di dotare ogni regione d'Italia del suo teatro. Ogni città di più che cem.tomila abi– tanti avrebbe dovuto fornire, per legge, un teatro a una compagnia di Stato, diretta da un régis·se1tr ,scelto da una oommissione oe:ntrale residente in Roma: ,scelto, s'intende, fra gem.te nuova. Pirrundello vedeva, e con piena ragiollle, che il problem a odie:r no della scena ita– liana è, essenzialmente, un problema di direzione. Quelli che le maruC3Jllo,sono i maestri: l'importante del suo progetto, era la nomina dei régissewrs. Soltrunto, dove trovarli ? Ci .pare strano dire a un paese che lllon riesce runc6ra ad avere una compagnia modema diretta da un capo moderno : « ebbene, per rimediare, faociamo vem.ti compagnie, colll venti capi)). Quali ? Si rivelera,nlllo, dioeva , Pirand ello con tranquilla fede. Ma noi non ,siamo mai riusciti a com– prendler da che indizii l'insigne a-utore traesse una certezza oosì robusta. XI. Quello che andrebbe fatto lo diremo dunque noi, COIIl l'illusiorne di non ripetere ÌIIl tutto e per tutto il già d'etto da altri. ·Ma non con quella, sia avvertito s11bito, di avere in tasca il t occa-e-sruna, di svela-re finalmernte il rimedio im.fallibile, di medica.re com un regola– mento una deficienza d'or,dine spirituale, come è q uesta donde ha, origine, ÌIIl Italia., il male che ci affligge. . . . . La diagnosi del male l'abbiamo fatta. La coµmmone d !i.cm Il Teatro. vive, quelia fra •autori e pubblico_,oggi mora1m~~e dim~uita in quasi tutto il moindo civile, i,n Itaha sembra add1r1ttura mter– rotta; non solo per il distacco fra autori e pubblico che si lamenta 3. - Ptuas;,. BibliotecaGino Bianco
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